Pedonalizzazione dell’Arco di Augusto, il referendum non si farà

09 Maggio 2019

Il Referendum per la riapertura alla circolazione dell’Arco di Augusto – il quesito era stato consegnato a fine aprile in Comune – “non s’ha da fare”.

A chiedere la consultazione referendaria erano stati dieci firmatari sostenuti dai tre consiglieri di minoranza Lorenzo Aiello (CasaPound), Étienne Andrione (Lega) e Vincenzo Caminiti (Misto). Vizio di forma: solamente nove dei dieci proponenti è residente ad Aosta, fattore che fa venire meno la possibilità di presentarla.

A renderlo noto, attraverso la sua pagina Facebook, è il Sindaco di Aosta Fulvio Centoz, che scrive: “Il dirigente responsabile dei servizi demografici ed elettorali, ha inviato una lettera ai proponenti e, per conoscenza anche al sottoscritto, nella quale evidenzia l’impossibilità di accogliere la proposta di referendum in quanto, tra le altre cose, l’articolo 3, comma 2 del regolamento comunale per lo svolgimento del referendum prevede che il Comitato promotore sia composto da un minimo di 10 cittadini, mentre tra i proponenti ve n’è uno residente a Quart: difettano quindi i presupposti per proporre il referendum”.

Non manca comunque la “vis polemica” nelle parole del Primo cittadino, accusato giusto martedì dai tre consiglieri di opposizione di voler tirare per e lunghe la questione referendaria per “impedire ai cittadini di esprimersi democraticamente”.

Centoz infatti scrive: “Richiesta di referendum rigettata (ci sono altri errori nella denominazione dei proponenti e nella ricopiatura del numero della carta di identità) e una serie di domande sorgono spontanee: questa gente non è in grado di raccogliere 10 persone residenti ad Aosta per proporre un referendum consultivo e pensa di raccogliere 1500 firme come prevede il regolamento? Questa gente tra un anno si presenta alle elezioni per gestire il comune quando non è neppure in grado di ricopiare i numeri di una carta di identità? Davvero dobbiamo farci prendere in giro da questi populisti pronti a salire in cattedra e a pontificare mentre, all’atto pratico, non sono neppure in grado di verificare l’ammissibilità formale di un referendum comunale controllando il regolamento?”.

 

 

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