Valle d’Aosta aperta dà il via alla corsa per le Elezioni europee 2024
Come spesso accade è l’ospite a “svelare l’arcano”. O, quantomeno, a fornire degli indizi. Era successo nell’aprile 2022, quando ad Aosta era arrivato il deputato Nicola Fratoianni a stringere un accordo con Adu VdA e dare – de facto – il via alla campagna elettorale per le scorse Politiche.
È successo nuovamente, oggi. Valle d’Aosta aperta – il progetto politico che raggruppa la stessa Adu assieme al MoVimento 5 Stelle e ad Area democratica – Gauche autonomiste – prepara il terreno per le Elezioni europee 2024 in programma domenica 9 giugno in Italia.
A differenza delle Politiche 2022 – lì erano candidate Daria Pulz per il Senato e Erika Guichardaz per la Camera –, non ci sarà nessun nome valdostano, quindi nessun listino. VdA aperta sosterrà per le Europee l’Alleanza Verdi e Sinistra ed il MoVimento 5 Stelle.
E proprio dal M5S arriva ad Aosta Mariangela Danzì, attualmente eurodeputata e con una lunga carriera nelle istituzioni che l’ha portata a ricoprire incarichi importanti: Segretaria e direttrice della città metropolitana di Genova (prima donna a farlo), segretaria generale (e poi direttrice generale) della Provincia di Varese e segretaria generale della Città metropolitana di Roma Capitale. Tra gli altri.
Nessun candidato valdostano
“Non proporremo candidati valdostani – ha spiegato in conferenza stampa Raimondo Donzel (Area democratica) –. Cerchiamo persone che rappresentino davvero la Valle d’Aosta e non faremo come con quegli ambasciatori mandati a Roma e Bruxelles. O come chi è andato in Europa ed è tornato per fare il Presidente della Regione. Ci interessa che le politiche della Valle d’Aosta, con quelle italiane e europee, abbiano rappresentanti credibili”. Ed ogni riferimento all’assessore Caveri è da considerarsi piuttosto voluto.
Concetto ribadito da Patrizia Pradelli (M5S): “Preferiamo affidarci a chi conosce bene la Valle d’Aosta ed è molto preparata, e che può così rappresentare al meglio la nostra regione in Europa”.
Descrizione che, per VdA aperta, corrisponde con quella di Danzì. Che si presenta: “Noi vorremmo un’Europa della salute, tema che attualmente è tra le politiche condivise. La battaglia per il salario minimo ci vede tutti uniti, ma ne va aggiunta un’altra: quella sul diritto ad un alloggio dignitoso. Se non interveniamo aiutando i giovani, gli anziani, chi si separa, rischiamo di non dare risposte”.
Non solo: “Sulle politiche ambientali ci siamo, e i diritti delle persone sono per noi fondamentali. Se alle elezioni prevarrà una maggioranza come quella di oggi, dove la destra e destra estrema non saranno rilevanti ed il Ppe dovrà fare i conti con le componenti ambientali come la nostra, si potrà andare verso la tutela delle fasce deboli. Altrimenti non sarà così se la scelta ricadrà verso chi nega il cambiamento climatico e vuole fare nuovi impianti sciistici anche se non nevicherà più”. Ed ogni riferimento alla questione Cime Bianche è da considerarsi, anche qui, piuttosto voluto.
Anzi esplicito: “Insistito nel dire – ha spiegato ancora Danzì – che questo impianto non può essere fatto, e che le deroghe che l’Europa prevede per ‘imperioso interesse pubblico’ non servono per ampliare il Pil regionale. Secondo la giurisprudenza questa deroga non è accessibile. Consiglio alla Regione, che amministra gli interessi dei cittadini, di non spendere soldi per progettazioni che verranno fermate da chi, viva Dio, ha interesse a preservare l’ambiente”.
Il Comune di Aosta, la Regione, la manovra del governo Meloni
Dall’Europa alle realtà locali, Valle d’Aosta aperta è critica sul bilancio di previsione appena approvato dal Comune di Aosta: “Abbiamo rimarcato che alcune scelte dell’Amministrazione non ci convincono – ha detto Donzel –. Ci aspettavamo una politica che andasse in una direzione diversa. Si riescono a fare sforzi economici importanti per operazioni, dal nostro punto divista anche discutibili, come realizzare un nuovo palaghiaccio consumando territorio dove già ce n’è poco, accendendo mutui per coprire degli investimenti faraonici ma senza trovare le risorse per aiutare i più deboli”.
Perché Area democratica – che in Consiglio comunale ha due eletti, Diego Foti e Luciano Boccazzi – allora non si è astenuta? “Abbiamo detto che saremmo stati leali con il rispetto del programma. E quello di Pcp era molto progressista. Si parlava di alberi ovunque, mentre ne abbiamo visti tagliare perché non si poteva cambiare una curva della pista ciclabile. La nostra lealtà è ai cittadini e al programma. E quando non si rispetta siamo critici”.
Diverso ancora per il Consiglio Valle: “La Giunta regionale continua ad autoproclamarsi come se fossero i Verdi della Germania. Poi costruiscono un mega hotel al Cuiss, preparano grandi interventi al Col Ranzola e a Cime Bianche. Il bilancio che si chiude non è positivo. Si apre un 2024 di grande impegno per contrastare queste politiche degne del governo Meloni”.
A proposito, se Aosta piange Roma non ride, verrebbe da dire. “Il governo Meloni ha rinunciato del tutto alla lotta all’evasione fiscale, non prova neanche a tassare chi ha tanto – dice invece Carola Carpinello (Adu) –. Hanno tagliato sulla Sanità con il solito ‘gioco delle tre carte’, mentre i miliardi tanto sbandierati sono andati quasi tutti per quella privata. Poi hanno messo in piedi quella pantomima sulla tassazione degli extraprofitti delle banche che si è volatilizzata in un attimo”.
Con ancora qualche messaggio per i parlamentari nostrani Spelgatti e Manes: “Sulla senatrice non abbiamo mai nutrito alcuna speranza – chiude Carpinello –. Dal deputato autonomista qualcosa in più ci aspettavamo, ma più che astensioni non riusciamo a vedere. Noi continuiamo a lavorare l’Alleanza Verdi e Sinistra ed il MoVimento 5 Stelle. Non è facile, è evidente che questo governo, come e più degli altri, esautora totalmente il lavoro del Parlamento”.