Corruzione sotto il Cervino, colpo di scena in appello: tutti assolti

18 Luglio 2023

Colpo di scena al processo, in Corte d’Appello di Torino, su una serie di episodi corruttivi nella Valtournenche e in ambito Anas, nato dall’indagine “Do Ut Des” dei Carabinieri. Dopo le 12 di oggi, martedì 18 luglio, i giudici hanno pronunciato la sentenza: tutti gli imputati sono stati assolti. La Procura generale, in una delle scorse udienze, aveva chiesto di confermare le condanne inflitte in primo grado, il 28 giugno 2021, dal Gup di Aosta Davide Paladino, nonché di condannare coloro per cui era stata pronunciata l’assoluzione.

Le condanne che saltano

Richiesta, avanzata dal sostituto pg Marcello Tatangelo, alla quale i magistrati di secondo grado non hanno dato corso, stabilendo il proscioglimento delle persone a giudizio. Le motivazioni della sentenza sono attese entro 90 giorni da oggi. Al Tribunale di Aosta, al principale imputato del processo, Fabio Chiavazza, capo dell’ufficio tecnico comunale di Valtournenche all’epoca dei fatti, erano stati inflitti 6 anni di reclusione. Nella fase delle indagini preliminari aveva anche affrontato sei mesi di custodia cautelare preventiva, in carcere.

Gli altri condannati, ad Aosta, per cui scatta ora la riforma della sentenza, erano stati: l’ingegnere Corrado Trasino e il funzionario Anas Adriano Passalenti (8 mesi di reclusione ognuno), i liberi professionisti Andrea Benincasa di Caravacio e Stefano Rossi (4 mesi ciascuno), nonché i soci dell’impresa “Edilvu” – Loreno Vuillermin, Ivan Vuillermin e Renza Dondeynaz – che al Tribunale di Aosta il 2 marzo 2022 si erano visti infliggere 7 anni di reclusione (e il loro ricorso in Corte d’Appello era stato ora accorpato a quelli degli altri condannati, che avevano scelto il rito abbreviato, a differenza loro, giudicati con dibattimento ordinario).

Loreno Vuillermin.

Le assoluzioni confermate

Conferma dell’assoluzione di primo grado è stata poi pronunciata per dieci persone (nei loro confronti, la Procura di Aosta, attraverso il pm Luca Ceccanti, aveva presentato ricorso): l’impresario Nicolò Bertini, l’ingegnere Giuseppe Zinghinì, la dipendente comunale a Valtournenche Cristina Camaschella, il presidente della “Cervino Spa” Federico Maquignaz, gli architetti Ezio Alliod e Marco Zavattaro, l’amministratore unico della “Ivies” Enrico Giovanni Vigna, l’amministratore unico della “Edilvi Costruzioni” Ivan Voyat, l’amministratore della “Chenevier Spa” Luca Frutaz e l’artigiano Stefano Trussardi.

Palazzo giustizia Torino

L’inchiesta

Le indagini dei Carabinieri, relative al periodo 2014-2017, avevano riguardato il presunto condizionamento di almeno otto procedure pubbliche del Comune di Valtournenche. Nella maggior parte dei casi, per l’accusa, sarebbero state pilotate da Chiavazza a favore dei tre soci della “Edilvu”, che si sarebbero “sdebitati” versandogli oltre 50 mila euro. La lente d’ingrandimento degli inquirenti era poi finita pure su vari appalti in ambito Anas e sulla ristrutturazione del bar “Rocce Nere”, sulle piste di Cervinia (figlia, per l’accusa, di un “patto corruttivo” e di abuso alle norme edilizie).

Il fascicolo dell’inchiesta, battezzata “Do Ut Des” (dal “dare e avere” che, per gli inquirenti, caratterizzava i rapporti tra professionisti, impresari e i loro interlocutori) ha raggiunto 12mila pagine. Chiusa nel maggio 2019, è divenuta processo nel luglio successivo, quando la Procura di Aosta ha chiesto di rinviare a giudizio 18 persone. Quindici scelsero il rito abbreviato (chiusosi con cinque condanne e dieci assoluzioni) e tre l’ordinarioDai ricorsi di Procura e condannati, il processo in appello che si è concluso stamane, con la sentenza che cassa totalmente la tesi d’accusa (e che stabilisce, inoltre, la revoca delle pene accessorie, dei riconoscimenti alle parti civili e il dissequestro e la restituzione degli immobili posti sotto sequestro a Chiavazza).

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