Vaccino anti Covid, “Nessun ‘furbetto'”. L’Usl spiega i numeri della campagna

12 Aprile 2021

Nessuna “ombra” sull’alto numero di vaccinati, in Valle d’Aosta, inserito nella categoria “Altro”, che aveva attirato l’attenzione della Commissione parlamentare antimafiadecisa a far luce sui dati regionali, assieme a quelli di Calabria, Campania e Sicilia – e del Codacons, che a riguardo ha presentato un esposto in Procura.

A spiegarlo il Direttore generale dell’Usl valdostana Angelo Pescarmona: “Questo non è il risultato come qualcuno ha ipotizzato, di tanti ‘furbetti’, ma ha un’origine completamente diversa. In Valle d’Aosta, a ieri, si parla di 9699 vaccinati inseriti nella categoriaAltro’. La vaccinazione qui è partita il 27 dicembre con Pfizer. A metà gennaio è arrivato Moderna, ma in quantità residuali. Il vaccino AstraZeneca, consegnato per la prima volta il 10 febbraio, poteva essere utilizzato allora esclusivamente per soggetti di età tra 18 e 55 anni, nella prima fase. Tutti, dal primo all’ultimo, appartengono alla categoriaAltro’. Le categorie sono soltanto sette: operatori sanitari e socio-sanitari, personale non sanitario, ovvero chi entra in ospedale e non fa parte dei sanitari, ospiti delle rsa, soggetti over 80, Forze armate e personale scolastico. Il resto è inserito in ‘Altro’”.

Non solo: “In ‘Altro’ – spiega ancora il numero 1 dell’Azienda sanitaria – che a livello giornalistico è stato accomunato ai ‘furbetti’, rientrano anche i Volontari di ogni genere, tutte le persone di età inferiore agli 80 anni, i soggetti erogatori di servizi pubblici essenziali, i detenuti e le guardie carcerarie”.

L’alto numero dei vaccinati dipende dal Piano regionale di vaccinazione che prevedeva da subito, quindi da gennaio, la “stratificazione” dei soggetti da vaccinare per patologia.

Pescarmona precisa il concetto: “La particolarità della Vella d’Aosta è che si è cominciato a vaccinare con Pfizer attraverso il portale che ha stratificato popolazione a seconda delle criticità e delle fragilità. A differenza di altri abbiamo fatto questa operazione a favore dei soggetti appartenenti al cluster 3, quindi le persone fragili, indipendentemente dall’età, da inizio gennaio a pochi giorni fa, quando è arrivata l’indicazione di dare priorità assoluta agli ultraottantenni. I soggetti fragili valdostani inseriti in “Altro” sono circa 6mila. Delle 5500 dosi di AstraZeneca ad oggi somministrate, invece, oltre 3500 sono state inoculate a soggetti classificati nella categoria ‘Altro’”.

Il problema delle consegne

A questi dati, aggiunge il Direttore generale Usl, si aggiunge la difficoltà nei rifornimenti: “Nel confronto con altre regioni, solo noi e Veneto abbiamo utilizzato, a ieri sera, ma era lo stesso anche 15/20 giorni fa, più del 90% dei vaccini consegnati. In Valle ci hanno però consegnato un numero di vaccini pari al 25% della popolazione. In altre regioni del Nord è stato invece superato abbondantemente il 30%. In Italia sono stati distribuiti per il 66% il vaccino Pfizer, per l’8% Moderna e per il 25% AstraZeneca. La nostra percentuale per quest’ultimo è invece superiore alla media nazionale, il 28%. Non è una differenza da poco: AstraZeneca è il vaccino che siamo obbligati ora a somministrare solo alla categoria ‘Altro’, e questo spiega questi numeri”.

L’errore nei numeri delle rsa

Il Direttore generale dell’Usl Angelo Pescarmona e l’Assessore alla Sanità Roberto Barmasse

Conti che, per Pescarmona, non corrispondono neanche riguardo gli ospiti delle strutture residenziali per gli anziani: “Sembra che abbiamo vaccinato solo il 50% degli over 80, ed il 31% con due dosi. Anche quello è un dato non corretto. Abbiamo vaccinato con la prima dose il 90% e seconda il 78%. Il problema è che nel denominatore ‘rsa’ sono inserite anche le comunità psichiatriche, ad esempio, il che cambia le percentuali perché ospitano generalmente soggetti più giovani”.

“Questi dati vengono ricavati a livello Ministeriale – aggiunge Pescarmona –, e scandagliando questi numeri abbiamo scoperto che gli ultraottantenni che hanno avuto una vaccinazione non sono 8046 ma almeno 500 in più. Perché questo errore? Perché magari qualcuno è stato registrato come ‘fragile’ di qualsiasi, o perché chi ha caricato il dato non si è accorto che in 500 erano nati prima del 1941. Il dato che ci viene contestato è anche sbagliato”.

Ed i risultati, stando al Direttore Usl, sono tangibili: “Con questa copertura importante nelle rsa – aggiunge –, in questa terza fase non c’è stato neanche un ricovero in ospedale da chi arriva da queste strutture. Solamente due pazienti che sono stati portati a Variney, struttura dedicata a soggetti Covid non gravi. La scelta di cominciare dalle rsa si è dimostrata corretta”.

Tutti gli over 80 vaccinati entro fine mese? 

Avere tutti gli over 80 vaccinati entro fine del mese è l’obiettivo dichiarato. Pescarmona, infatti, spiega: “È nostra intenzione procedere con la vaccinazione degli ultraottantenni nel più breve tempo, e possibilmente entro la fine di questo mese. Tutti, ad oggi, sono prenotati, ma le prenotazioni possono andare anche fin verso la fine del mese di maggio. Noi vorremmo anticipare alla fine di aprile, fatta eccezione per quel migliaio circa di utenti, non tutti over 80, per i quali i medici di Medicina generale avevano chiesto di poter vaccinare a domicilio perché soggetti che non possono deambulare. Per loro il programma di completamento dei due cicli vaccinali va un po’ più avanti”.

Altri centri vaccinali in arrivo?

Ai quattro poli di vaccinazione – Donnas, Châtillon, Aosta e Morgex – potrebbero affiancarsi altri luoghi per intensificare le somministrazioni: “Con le farmacie abbiamo già fatto un primo incontro la settimana scorsa, cui ne seguirà un altro in questa – spiega ancora il Direttore Usl –. Era stato improntato per prevedere da fine mese il coinvolgimento delle 47 farmacie presenti in Valle, prima dell’incontro finale con Federfarma e le sue verifiche per capire quante siano quelle effettivamente disponibili a siglare un accordo”.

Più difficile la strada che coinvolge il privato accreditato – uno su tutti l’Isav di Saint-Pierre – per il quale, stando a Pescarmona, “non è stata assunta ancora decisione a livello regionale”. Diversa la questione di sfruttare il “drive-in”: “È un’ipotesi che stiamo vagliando. Può determinare il coinvolgimento, come già oggi per i tamponi, dell’Esercito. Con loro servirà però una valutazione in una fase successiva, quando cioè i tamponi avranno un volume di attività non così impegnativo come in questi giorni in cui i nuovi positivi sono ancora tanti”.

Il rifiuto del vaccino

Diversi anche i dinieghi alla chiamata alla vaccinazione: “Abbiamo avuto un 10% di rifiuti su Pfizer – prosegue Pescarmona –, e oltre il 40% su AstraZeneca. Questo non si è tradotto in minori somministrazione ma in tante telefonate per riempire questi buchi con chi era subito dopo nella prenotazione. A volte servono diverse chiamate per sostituire un rifiuto, in alcuni casi anche 10 telefonate per trovare un soggetto disponibile”.

Gli operatori sanitari vaccinati e le controversie

“Non tutti gli operatori sanitari hanno completato il ciclo vaccinale – aggiunge il Direttore Usl –, siamo al 75%, compresi anche gli altri soggetti non sanitari, ovvero chi frequenta l’ospedale per lavoro o i servizi territoriali”.

Qualche grattacapo, circostanziato, lo dà l’obbligo di vaccinazione per il personale della sanità definito dal decreto legge emanato lo scorso 1° aprile.

“Sulla base del dl ultimo metteremo in atto le procedure per giungere a questa copertura – chiude Pescarmona –. Non vi nascondo che ho avuto anche delle diffide, da parte di pochissimi per fortuna, per il fatto di dare corso a questo decreto legge definito ‘anticostituzionale’, con previsioni di multe da 150mila euro da parte del Garante della privacy oltre la condanna a 3 anni di galera. Fa parte dell’Italia. Può essere che dl diventerà diverso quando verrà convertito in legge, ma noi lo applichiamo perché il decreto legge entra in vigore subito, ed quindi è già operativo”.

La chiusa tocca all’Assessore alla Sanità Roberto Barmasse: “Spero che questo appuntamento abbia reso tutto più chiaro alla popolazione, perché la chiarezza aumenta la fiducia verso il nostro Sistema sanitario e verso la campagna. Campagna vaccinale che io ritengo ottima in Valle d’Aosta, ce lo dicono i numeri”.

Il Direttore generale dell’Usl Angelo Pescarmona e l’Assessore alla Sanità Roberto Barmasse
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