Saint-Pierre, nelle carte del commissariamento i “perché” della proroga
Su quali basi è stata disposta la proroga di sei mesi del commissariamento del Comune di Saint-Pierre, sciolto il 10 febbraio 2020 per l’accertamento di condizionamenti da parte della ‘ndrangheta? La risposta è nel decreto firmato il 18 giugno scorso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale negli ultimi giorni. In particolare, la si trova nella relazione con cui il ministro degli Interni Luciana Lamorgese propone il provvedimento al Capo dello Stato, sintetizzando anche l’attività svolta dai commissari insediatisi in Municipio.
Nel documento si legge che – “come rilevato dal presidente della Regione autonoma della Valle d’Aosta” Erik Lavevaz, nella richiesta di proroga esaminata nella riunione del Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica dello scorso 26 maggio e poi trasmessa al Ministero – “l’avviata azione di riorganizzazione e ripristino della legalità, nonostante i positivi risultati conseguiti dalla commissione straordinaria, non può ritenersi conclusa”. In particolare, l’organo commissariale ha “concentrato la propria attività nel settore che si occupa della gestione del patrimonio comunale”.
Il regolamento per le autorimesse
Un ambito caratterizzato “da un diffuso disordine amministrativo”, in particolare nella “gestione delle autorimesse comunali concesse in locazione”. Alcuni box sono addirittura risultati interessati “da occupazioni illegittime dovute a scadenze dei contratti di affitto e da posizioni debitorie, con conseguente perdita dei relativi canoni e potenziali strascichi anche in termini di danno erariale”. E’ stato quindi approvato un “regolamento comunale per la disciplina delle modalità di assegnazione, occupazione e uso delle autorimesse”, che – con il completamento del suo iter applicativo – “consentirà una gestione trasparente delle procedure di locazione e di recuperare i canoni non corrisposti”.
Annullato l’appalto dell’acquedotto
In fatto di assegnazione di lavori e servizi pubblici, altro settore emerso dall’ispezione antimafia come connotato da criticità, la commissione ha proceduto ad “una attenta analisi degli affidamenti disposti dalla disciolta amministrazione”, provvedendo “ad annullare, in autotutela, l’appalto per la gestione dell’acquedotto comunale”. Il motivo? L’“aggiudicatario, condannato in primo grado per il reato di turbativa d’asta, aveva omesso di dichiarare la sussistenza del pregiudizio penale”. Al riguardo, il Presidente della Regione ha fatto presente “che, con tutta probabilità, il menzionato aggiudicatario procederà ad impugnare” l’annullamento.
Possibili illeciti sullo sgombero neve
Non solo, perché è in essere “un ulteriore ricorso giurisdizionale proposto” dalla stessa persona sull’“affidamento del servizio di sgombero neve, assegnato con trattativa privata a seguito di diverse procedure ad evidenza pubblica andate deserte”. In merito, “la commissione straordinaria informa” di “aver segnalato all’autorità giudiziaria la possibilità di illeciti accordi tra alcuni operatori del settore”, rispetto “ai quali non è possibile escludere l’interessamento anche di soggetti controindicati”. Si rende quindi necessario che venga “proseguita l’attività di controllo e monitoraggio di tali procedure” e “attentamente seguite le fasi istruttorie dei ricorsi in essere o in itinere”, in considerazione “dei possibili interessi illeciti che investono tali servizi”.
Il “taxi bus” scolastico in gestione diretta
Quanto al “taxi bus” scolastico, “le cui irregolarità sono state una delle cause che hanno determinato l’adozione del provvedimento di scioglimento dell’ente”, la terna di commissari ha ritenuto “precauzionalmente di non appaltare il servizio”, preferendo “l’acquisto di un veicolo da utilizzare come scuola-bus che sarà affidato a personale individuato con bando pubblico”. Una scelta compiuta “tenuto conto del locale contesto territoriale e della possibile ingerenza di soggetti controindicati”.
Oltre ad essere stato al centro dell’inchiesta Geenna della Dda di Torino e dei Carabinieri del Reparto operativo – in cui scattò l’arresto dell’allora assessore comunale alle finanze Monica Carcea (condannata in appello a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa), mettendo in moto l’iter per l’accesso antimafia nell’ente locale dell’alta valle (assieme al comune di Aosta, ove non venne però sancita l’infiltrazione del crimine organizzato) – un procedimento penale per abuso d’ufficio e “subappalto non autorizzato” del servizio di trasporto degli studenti delle frazioni alte del paese è in corso al Tribunale di Aosta.
Servizi cimiteriali: altre irregolarità
“Numerose irregolarità – scrive il ministro Lamorgese – sono state riscontrate anche nella gestione dei servizi cimiteriali comunali, tanto da indurre l’organo straordinario” a “procedere ad un affidamento del servizio a terzi con modalità conformi al codice degli appalti”, ma la relazione giunta a Roma dal Presidente della Regione “evidenzia l’opportunità che la commissione” continui a ”presidiare tale settore”, sicché, nonostante la gestione commissariale, “è stato registrato in più occasioni il significativo interesse per tale servizio da parte di un soggetto controindicato”.
L’avviata riorganizzazione
Infine, il documento segnala la riorganizzazione attuata per fronteggiare “la carenza di personale e la situazione particolarmente deficitaria del servizio finanziario”, la soppressione dell’ambito territoriale ottimale con Sarre e la nomina di un nuovo segretario comunale. La proroga trova così il suo presupposto nel fatto che “la commissione disponga di un maggior lasso di tempo per completare le attività in corso, scongiurare condizionamenti o forme di ostruzionismo e perseguire, inoltre, una maggiore qualità ed efficacia dell’azione amministrativa, essendo ancora concreto il rischio di illecite ingerenze della criminalità”. Originariamente disposto per diciotto mesi, con scadenza quindi nel prossimo agosto, il commissariamento verrà meno nel 2022, con l’indizione delle elezioni degli organi disciolti.