E' di 140 milioni di euro il presunto danno erariale, relativo ai finanziamenti alla Casa da gioco di Saint-Vincent, che la Corte dei Conti addebita a 21 consiglieri ed ex consiglieri regionali dell'attuale e della passata legislatura. La Guardia di Finanza sta notificando gli inviti a dedurre emessi dalla procura regionale.
Fra i destinatari dell'invito c'è il presidente della Regione, Pierluigi Marquis, a cui vengono chiesti 4,4 milioni di euro, e l'ex presidente della Regione, Augusto Rollandin, 17,2 milioni. Uguale richiesta anche per Aurelio Marguerettaz, 13,3 milioni di euro per Giuseppe Isabellon mentre 10 milioni di euro è il danno contestato all'attuale senatore Albert Lanièce e a Ennio Pastoret. 7,2 milioni di euro è la richiesta per Mauro Baccega e Antonio Fosson, 6,1 milioni di euro per Ego Perron e Emily Rini, 4,4 milioni di euro per Luca Bianchi, Joel Farcoz, Renzo Testolin e Marco Viérin. 3,3 milioni chiesti a Stefano Borrello, David Follien, Leonardo La Torre, André Lanièce, Marilena Pequin e Claudio Restano. Infine 2,8 milioni di euro per Raimondo Donzel e 1,5 milioni di euro al Coordinatore dell'Assessorato regionale alle Finanze, Peter Bieler.
Nel mirino tre finanziamenti da 80 milioni e la ricapitalizzazione da 60
L'inchiesta, coordinata dal procuratore regionale della Corte dei conti, Roberto Rizzi e raccolta in oltre 100 pagine, riguarda alcuni provvedimenti assunti dall'attuale e dalla passata legislatura per finanziare la casa da gioco valdostana e le annesse strutture alberghiere. Sotto i riflettori della magistratura contabile sono finiti tre finanziamenti erogati al Casinò negli ultimi anni per 80 milioni di euro complessivi, e un rafforzamento patrimoniale da 60 milioni di euro deliberato dal Consiglio Valle.
Il primo provvedimento è la delibera di giunta regionale del 20 luglio del 2012, che prevedeva un mutuo chirografario al Casinò de la Vallee di 50 milioni di euro, ottenuti da Cva, per il tramite di Finaosta in gestione speciale. Alla trattazione parteciparono l'allora presidente della Regione, Augusto Rollandin, e gli assessori Aurelio Marguerettaz, Giuseppe Isabellon, Albert Laniece ed Ennio Pastoret. La seconda delibera di Giunta contestata è del 20 settembre 2013 e riguarda l'incarico a Finaosta per la stipula di un altro mutuo chirografario, da 10 milioni di euro, "finalizzato alla copertura degli ulteriori investimenti relativi al Piano di sviluppo, dovuti, in particolare, a lavori non preventivati" e coinvolge Rollandin e gli allora assessori Aurelio Marguerettaz, Mauro Baccega, Luca Bianchi, Joel Farcoz, Antonio Fosson, Pierluigi Marquis, Renzo Testolin e Marco Vierin.
Il 23 ottobre 2014 il Consiglio regionale approvò quindi l'aumento di capitale di 60 milioni di euro, per il tramite di Finaosta in gestione speciale. L'atto fu votato da Mauro Baccega, Luca Bianchi, Stefano Borello, Joel Farcoz, David Follien, Antonio Fosson, Giuseppe Isabellon, Leonardo La Torre, André Laniece, Aurelio Marguerettaz, Pierluigi Marquis, Marilena Peaquin, Ego Perron, Claudio Restano, Emily Rini, Augusto Rollandin, Renzo Testolin e Marco Vierin. Infine l'ultima delibera di Giunta contestata (coinvolti Rollandin, Baccega, Raimondo Donzel, Fosson, Perron, Rini) è del 10 dicembre 2015 e prevede un finanziamento da 20 milioni di euro, per il tramite di Finaosta, destinato al "superamento" delle "temporanee difficoltà finanziarie" della casa da gioco.
Gli inviti attesi da mesi sono arrivati proprio nel mezzo della delicata trattativa fra azienda e sindacati sulla procedura 223 per il licenziamento di 264 persone messa in atto dopo il mancato trasferimento alla Casa da gioco, da parte del Consiglio regionale, degli oltre 43 milioni di euro, inizialmente previsti dall'ultima finanziaria regionale.
I 21 consiglieri ed ex e il dirigente regionale avranno ora 60 giorni per presentare memorie difensive, successivamente. Il procuratore Roberto Rizzi potrà poi formalizzare la citazione a giudizio o l'archiviazione.
Le indagini delle fiamme gialle hanno evidenziato come "le erogazioni plurimilionarie di denaro pubblico di cui la partecipata regionale ha beneficiato, sarebbero state concesse dagli organi preposti nel periodo 2012-2015 in conseguenza di bilanci riportanti perdite di esercizio volutamente ridotte e conseguenti piani di sviluppo industriale oggettivamente inattendibili; tutto ciò benché la casa da gioco presentasse palesi segnali di gravissima sofferenza, con indicatori di debolezza strutturale tali da compromettere irrimediabilmente l’attitudine alla autonoma sopravvivenza nell’immediato e rendevano inverosimile ogni più benevola prospettiva di recupero nel futuro”.