Si allontana la prospettiva di una fusione tra Confidi Industriali Vda e Fidindustria Biella

L'assemblea dell'associazion, svoltasi giovedì scorso, ha riconfermato il presidente Federico Jacquin, che nella sua relazione di fine mandato ha chiarito i motivi che hanno portato al congelamento dell'ipotesi di fusione.
Federico Jacquin
Economia

Si preannuncia una complessa fase di transizione per i confidi industriali valdostani, riuniti giovedì in assemblea alla Pépinière des Entreprises. Federico Jacquin, riconfermato presidente dell’associazione, ha evidenziato l’esigenza di muoversi con grande cautela, per gestire nel modo migliore i continui cambiamenti del quadro legislativo.  

Come spiega Jacquin nella sua relazione, la cosiddetta “legge quadro” sui Confidi invitava queste associazioni di categoria, che svolgono un ruolo di intermediario tra imprese e banche, facilitando l’accesso ai finanziamenti, ad evolversi verso il modello 107, diventando degli intermediari finanziari vigilati dalla Banca d’Italia. Questa trasformazione presupponeva l’avvio di fusioni e concentrazioni di Confidi.

Sull’onda di questo processo, più che evidente anche a livello nazionale, anche il Confidi industriali della Valle d’Aosta, nel 2007, aveva avviato una fusione con Fidindustria Biella, allo scopo di raggiungere dimensioni tali da giustificare il passaggio al modello 107.
Attualmente questo progetto è stato bloccato, come ha annunciato Jacquin. Ulteriori mutamenti del quadro legislativo hanno bloccato la spinta alla concentrazione dei Confidi, estendendo molte delle prerogative dei soggetti modello 107 ai modelli 106. Il passaggio al regime 107 non appare più una scelta sicuramente conveniente, come dimostrano i fallimenti di numerose fusioni in tutta Italia.

Perciò il 2008, ha annunciato il presidente dell’associazione nella sua relazione, sarà per il Confidi Industriali Valle d’Aosta un anno di attesa. “Solo dopo che sarà trascorso un adeguato lasso di tempo dall’applicazione della nuova normativa, solo dopo avere attentamente valutato le esperienze di altri Confidi e solo dopo avere verificato la politica della Banca d’Italia nei confronti dei consorzi di garanzia – ha affermato – il Confidi Industriali Valle d’Aosta farà la sua scelta in modo ponderato”.

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