Abbiamo deciso di adottare alcune scelte editoriali impegnandoci a rispettarle e chiedendovi di leggerle fino in fondo per comprenderne il senso e l’idea di giornale che ci sta dietro.
Il nostro quotidiano Aostasera è stato citato in giudizio da due cittadini che dichiarano di aver subito manifestazioni psichico-esistenziali dopo un nostro articolo sull'obbligatorietà del Green Pass. Richiesta: 1000 euro. Il tutto si è rivelato un tentativo di truffa con furto di identità ai danni di un avvocato di Nuoro.
I risultati quali-quantitativi del questionario che Aostasera ha sottoposto nelle settimane scorse ai suoi lettori. Hanno risposto in 800, esprimendo gli atout e i difetti del nostro quotidiano online. Numerosi anche i suggerimenti e i consigli arrivati alla redazione, così come non sono mancate le critiche.
Due manifestazioni, due sabati consecutivi, centinaia di persone in Piazza Chanoux ad Aosta. Molti senza mascherina e senza distanziamento. L'assenza dei controlli e il silenzio della politica. Se ne parla in un pezzo di commento della redazione.
Dopo i drammatici mesi del primo lockdown, abbiamo scelto di rilanciare e di credere nel nostro futuro. Per farlo, però, abbiamo bisogno di cambiare. Dobbiamo sperimentare modi nuovi e innovativi che consentano di valorizzare il nostro lavoro, immaginare strade nuove per raccontare la realtà, non necessariamente basate sull’urgenza e sulla velocità.
La Valle d'Aosta è in zona rossa. Giusto o sbagliato? Non sta certo a chi scrive giudicarlo, anche perché non possiede né i dati e né le competenze per avere una fotografia chiara dell’emergenza valdostana. Chi scrive però non può che rilevare l’imbarazzo del Presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, a dover svelare ieri in diretta nazionale che la nostra Regione non è stata neppure capace a trasmettere i dati richiesti.
Da quando è iniziata l’emergenza, lo scorso marzo, ci siamo interrogati innumerevoli volte su come riuscire a comunicare nella maniera più corretta, precisa e professionale le informazioni che quotidianamente ci arrivano in redazione o che ricaviamo dalle nostre fonti.
Aostasera.it, insieme ad altre 6 testate italiane, riceverà le risorse dell'EJC messe a disposizione da Facebook per supportare l’informazione locale che ha lavorato in prima linea nel raccontare la pandemia.
Senza pretese sia chiaro – l’impegno massimo deve essere dedicato ai malati, a chi ne ha più bisogno – ma siamo convinti che il servizio pubblico che stiamo continuando a garantire quotidianamente meriti attenzione e un intervento urgente di sostegno capace di salvare il lavoro dei quotidiani online in questo periodo di grande emergenza.
Era l’obiettivo più importante, quello intorno al quale è stato costruito l’appoggio esterno all’attuale maggioranza guidata dal Presidente Antonio Fosson: l’approvazione della riforma elettorale entro il 30 novembre. La scadenza è arrivata i senza uno straccio di votazione. Non è il caso di ammettere la sconfitta?
La nostra testata parteciperà anche questo anno con convinzione alla staffetta non competitiva con un team composto dai giornalisti e da amici. Perché è un'opportunità per rinsaldare le relazioni del nostro team e perché condividiamo lo spirito diventata una festa per tutta la città.
L’’intera “equipe” chiamata a salvare la casa da gioco valdostana, e che nei prossimi 5 anni ci costerà 4 milioni di euro, non è abbastanza specializzata? L’interrogativo è d’obbligo quando si scopre che la Regione ha appena deciso di assoldare un altro super specialista.
Il giorno dopo la condanna ad Augusto Rollandin a 4 anni e 6 mesi per corruzione la politica invade le redazioni di comunicati stampa. Tante parole ma nessuno sa bene cosa fare, e infatti nessuno fa una mossa. È un paradosso linguistico, un “corto circuito”: i movimenti sono fermi.
Era davvero necessario stravolgere una macchina amministrativa, che per mesi hanno ripetuto esser ferma e immobile? Non bastava metter un po’ di benzina per farla ripartire, anziché ordinare una nuova carrozzeria?
Quelli che noi chiamiamo i furbetti del Welfare, in un paese normale sarebbero chiamati ladri al pari, se non peggio, di chi sottrae merce nei supermercati o di chi borseggia le vecchine.