Antonio Di Pietro è un people mover: anche se arriva in ritardo e riparte di corsa, sposta le folle. Non aspettatevi i classici "se è vero com'è vero" o "che c'azzecca": il leader dell'Italia dei Valori è arrivato ad Aosta ed è passato ai più truci "associazione a delinquere di stampo mafioso" e "truffa aggravata" per spiegare ai suoi l'accordo degli autonomisti con PdL e Lega.
Se io fossi un magistrato…
Di Pietro ipotizza ricatti, associazione mafiosa e truffa: "Se io fossi un magistrato rileverei due capi d'imputazione". E la coalizione tra autonomisti e centro-destra reagisce a stretto giro di posta: "Affermazioni deliranti e infondate", "gratuite illazioni altamente lesive della libertà delle forze politiche", "attacchi di spregio". I leader delle cinque forze non intendono "lasciarci trascinare sul terreno dell’insulto e della calunnia". Preludio di una querela? Di Pietro non la teme: pare ami molto la cucina valdostana, e una puntatina in qualche ristorante vicino al tribunale di Aosta la farebbe volentieri.
Branché sur les faits divers
Di Pietro parla per dieci minuti, ma scatena il putiferio. E la linea del PD di "continuità con l'amministrazione uscente" va a farsi benedire.
I recenti fatti di cronaca parlano di 'ndrangheta anche in Valle? Di Pietro dice che "tra Aosta e Platì non c'è molta differenza: il voto viene comprato e venduto, anzi svenduto. In Calabria vince la logica della violenza, qui gli accordi vengono fatti con sfacciataggine alla luce del sole".
Cassa integrazione nucleare
I lavoratori della Engeneering di Pont-Saint-Martin manifestano contro la cassa integrazione? "Dove ci sono aziende che falliscono" e con "le casse dello Stato così vuote che non ci sono nemmeno i soldi per mangiare" la coalizione di centro-destra dice che "la metropolitana è una priorità: mi ricorda il caso di Campobasso, che si attraversa a piedi, dove si vuole costruire un metrò sotterraneo con due sole stazioni. Magari, una volta in municipio, ci spariamo anche una bella centrale nucleare".
In mezzo al guado
Il leader dell'IdV – anzi, "noi dell'Italia dei Valori", come ripete a cantilena – si lancia in paralleli ardimentosi riferendosi all'ALPE: "Ci siamo presi la responsabilità di fare l’alleanza con il PD, mi dispiace che gli altri non siano convenuti. L'idea di stare in mezzo è quella di Casini e dell'UdC, con la loro politica delle poltrone da vecchi democristiani, e noi diciamo no alle ambiguità". Il parallelo tra UdC e ALPE, ma l'amore dei valori verso i possibili alleati alpisti è condiviso anche a livello nazionale.
La gara dell'etica
Lorella Vezza, da buona ex di Renouveau, ex candidata alleata del Galletto ed ex coordinatrice delle donne IdV, spara sull'UV: "Non sono il nuovo". E aggiunge: "Candidano due sindaci (lapsus, ndr) come Giordano e Follien che potrebbero sembrare il gatto e la volpe, ma sappiamo benissimo che la volpe è in un altro palazzo". Di Pietro definisce il suo partito il "motore del cambiamento nel modo di fare politica": odi et amo con ALPE, che dice le stesse cose.