“Si comunica alla spettabile clientela che il giorno 9 settembre 2012 cesserà il servizio automobilistico Courmayeur/Aosta/Torino”. La Savda annuncia così, sul proprio sito internet, la chiusura della tratta che dai piedi del Monte Bianco, passando per il capoluogo regionale, porta fino quella che un tempo era l’antica capitale del Regno d’Italia. Dopo il bus per Caselle (la linea era però gestita dalla Sadem, ndr), il servizio di trasporto pubblico che porta fuori Valle perde un altro pezzo. Anzi due. Perché in realtà, sarà soppressa anche la linea Pont-Saint-Martin –Chambéry.
Il motivo? “I conti non tornano – spiega Giuseppe Bordon, presidente della Savda SpA – e non si possono chiudere di fronte alla realtà dei fatti: economicamente le due tratte non sono più sostenibili. L’Aosta-Torino fa al massimo una quarantina di viaggiatori al giorno, suddivisi sulle quattro corse, che vuol dire dieci passeggeri scarsi a tratta. La linea per Chambéry è costosissima, a causa della percorrenza più lunga, i costi autostradali maggiori e il pedaggio al tunnel. Insomma, un’azienda che vuole i conti in ordine non può mantenere un servizio in perdita”.
Nonostante i pesanti disagi causati agli utenti della ferrovia, la Courmayeur-Aosta, che non usufruisce di sovvenzioni statale o regionali, non ha aumentato il numero dei viaggiatori. “Non c’è molto da dire, evidentemente questi due servizi non sono piaciuti come invece la nostra alternativa al servizio ferroviario per Milano, che va molto bene. In ogni caso non si può dire che non ci abbiamo provato, tra investimenti vari, raddoppio delle linee, estensione degli orari al sabato e domenica, mantenendo sempre contenuto il prezzo del biglietto, abbiamo fatto tutto il possibile. D’altronde, noi non siamo una grande azienda, come ad esempio la Ferrero, che per vendere il suo prodotto investe tantissimo in pubblicità. Noi non abbiamo un budget tale da poterci promuovere su un mercato che forse, in realtà, non esiste neppure".
E il personale, che fine farà? “Le linee in questione coprono circa 400 mila km l’anno – conclude Bordon – per un totale di cinque autisti impiegati (non sono sempre gli stessi, in virtù di una turnazione interna, ndr): stiamo valutando la situazione ma inevitabilmente ci sarà una contrazione dei lavoratori e probabilmente alcuni contratti non saranno confermati”.