Dagli 11 milioni di euro del 2012 ai 25 del 2013 fino ai 37 del 2014. In soli tre anni è più che triplicato l’extragettito Imu che lo Stato pretende dagli enti locali valdostani. La nuova "abnorme" richiesta è arrivata nelle scorse settimane sul tavolo dei sindaci e ieri è stata esaminata dal Consiglio di amministrazione del Celva che in una nota parla di "vera a propria stangata".
“In tre anni è esploso l’accantonamento dovuto allo Stato dai Comuni – sottolinea Bruno Giordano, Presidente del Celva – che vediamo sempre più spogliati delle risorse necessarie a investire sui servizi prioritari per la collettività. Senza risorse, come possiamo finanziare il welfare per gli anziani e i bambini? Come possiamo assicurare la tenuta, il decoro e la sicurezza del territorio?” Inoltre, “dal punto di vista gestionale e organizzativo, gli enti sono in estrema difficoltà nel contabilizzare le risorse utili alla programmazione delle proprie attività. A rischio è la tenuta dei bilanci degli enti e diventa sempre più concreto lo sforamento del Patto di Stabilità. La situazione è assurda: rischiamo di mandare per aria il Sistema Valle d’Aosta”.
Nei giorni scorsi il Celva, delegazione regionale Anci, ha partecipato alla XXXI Assemblea nazionale dei Comuni italiani, che ha rieletto alla Presidenza il Sindaco di Torino Piero Fassino. “Com’è stato ricordato proprio da Fassino, gli enti locali hanno tirato la cinghia più delle Amministrazioni statali, dato che dal 2010 ad oggi hanno contribuito al risanamento del Paese con più di 17 miliardi di euro, mentre la quota imputabile ai Comuni del debito pubblico è a dir poco irrisoria, pari al 2,5% del totale. Insomma – conclude il Presidente del Celva – una volta per tutte, diciamo chiaro che versiamo più risorse di quelle che riceviamo, e che i veri sprechi sono da altre parti, non certo nei bilanci tirati all’osso dei nostri enti”.