"Chi si iscrive al Tor des Géants deve essere consapevole di non star partecipando a una gara qualsiasi ma a un endurance trail e pertanto va posta una grande attenzione nella scelta dei materiali". E’ chiara la posizione di Abele Blanc, guida alpina, maestro di sci e istruttore nazionale di sci alpinismo che nel suo palmares può vantare il raggiungimento di tutte e 14 le vette del mondo sopra gli ottomila metri di altezza. E un sesto posto al Tor, conquistato (tra le polemiche, ndr) nel 2010.
Questa mattina Blanc era tra gli atleti arrivati alla base vita di Cogne e non ha esitato a esprimere qualche considerazione sulle condizioni meteo che hanno causato diverse difficoltà a un gran numero di partecipanti. Rimasto fermo nella notte a Eaux Rousses e transitato sul colle più alto della gara soltanto in mattinata, il Loson, ha affermato che le condizioni del sentiero permettevano il passaggio e che tutto si è svolto in condizioni di sicurezza accettabili. "Hanno fatto bene a sospendere la gara nella notte perché in caso di problemi l’elicottero non sarebbe potuto intervenire, mentre con la schiarita prevista in mattinata sono tornate nuovamente le condizioni per operare in sicurezza".
L’alpinista valdostano (al momento è 61° in classifica ed è atteso alla base vita di Donnas in serata) ha però ribadito che la prima forma di sicurezza sta nella consapevolezza di chi si iscrive a questo genere di manifestazioni. In molti si sono però chiesti se la coscienza dei propri limiti sia sufficiente, e se per partecipare a una gara come questa non sia necessario affidarsi a un sistema di punti che consentano l’iscrizione solo a persone che abbiano una certa esperienza su gare di lunga distanza o trail, così come già accade in gare come l’UTMB, piuttosto che al sorteggio come avviene oggi. "Io non partecipo alle gare, per cui non potrei ottenere alcun punto di questo genere", ha concluso. "Secondo me il sistema a sorteggio non è sbagliato, l’errore sta nel chi si iscrive senza rendersi conto a cosa va incontro".