Il Tor des Châteaux continua ad arrancare. Nonostante la prima edizione avesse ottenuto l’apprezzamento di chi vi aveva partecipato, la “mix-running experience” tra i castelli della Bassa Via valdostana non convince gli atleti, tant’è che a un mese e mezzo dal via (11 maggio) il numero di iscritti è preoccupantemente basso.
Già l’anno scorso la gara organizzata da VDA Trailers aveva fatto fatica: più di due mesi prima della partenza gli iscritti al percorso da 170 km erano 37 e a quello da 100 km 24. Alla fine i partenti furono 53 nella 170 km e 59 nella 100 km. Nel tentativo di rimpinguare questi numeri, quest’anno VDA Trailers ha provato a lanciare alcune novità, tra cui la versione in bicicletta e la staffetta (a discapito della 100 km che sparisce), ma invano.
Il TDC Bikepacking, secondo quanto si legge sul sito, “è un’avventura tra amici o esperienza personale, non è da considerarsi una gara”; ad esso sono ammesse Mountain Bike, Gravel e biciclette elettriche. Questo tentativo di abbracciare anche gli appassionati delle due ruote, però, non sembra dare la spinta che forse ci si aspettava: ad oggi, 26 marzo, gli iscritti sono dieci, tra i quali figura anche Francis Desandré, atleta amputato ad una gamba che ha già partecipato a numerosi trail tra cui, di recente, il 4K ed il Tot Dret. Non va meglio alla versione Relay, anzi: sono addirittura solamente cinque le staffette (composte da tre persone) iscritte. “Abbiamo pensato alla staffetta perché 55/60 km a testa sono più abbordabili dei 100 km dell’anno scorso”, spiega Alessandra Nicoletti, presidente di VDA Trailers. “Forse qui la difficoltà sta nel trovare i compagni di squadra”. E la gara principale è anch’essa in netto calo rispetto all’edizione passata: appena ventiquattro iscritti, con Enzo Benvenuto, Alessandro Crippa, Ugo Perucca e Fabrizio Fiorito indicati come “VIP”.
Nicoletti è dispiaciuta per le difficoltà che la nuova gara da lei organizzata sta affrontando, e fatica a trovarne i motivi. “Il Tor des Châteaux è una tipologia di gara completamente diversa da quelle a cui siamo abituati, e forse questa novità non riesce ad essere compresa. È una gara mista che nasce per non essere un trail. Dal canto nostro stiamo cercando di promuoverla tramite social e newsletter o contattando direttamente i potenziali partecipanti: arrivano adesioni verbali che però non si sono ancora trasformate in iscrizioni ufficiali”.
La gara si avvicina, ed a questo punto sono necessarie delle riflessioni affinché un evento che vuole essere grande non presenti al via meno di 50 partecipanti. Oltre ad una questione di immagine, di mezzo c’è anche l’aspetto economico. Da VDA Trailers sono quindi già pronti a correre ai ripari, prevedendo tre alternative qualora non venga raggiunto un numero minimo di partecipanti entro una data-limite (numero e data che Nicoletti non rivela): “L’opzione più drastica, che è quella che ci piace di meno, è di cancellare le due distanze a piedi (rimborsando gli iscritti) mantenendo la gara in bici; più probabilmente si cercherà di ridurre i costi diminuendo il numero dei punti ristoro, pur mantenendo i punti acqua e un’assistenza di base, oppure si passerà ad una gara in quasi totale autonomia: solo due ristori principali, situati in corrispondenza dei cambi per la staffetta a Fénis e ad Arnad”. L’obiettivo è ridurre le spese per far sì che la gara sia economicamente sostenibile, ma anche mantenere fede agli impegni presi con gli sponsor e dare continuità ad un evento che aveva avuto una buona adesione da parte dei Comuni: “La loro partecipazione l’anno scorso è stata più che positiva, ci sentiamo in dovere anche nei loro confronti. La prossima valutazione che faremo riguarderà il periodo, potremmo pensare di farla a novembre”.
Per cercare di capire i perché di questo – per ora solo temporaneo – flop è necessario anche “andare dall’altra parte della barricata” e sentire l’opinione di chi il Tor des Châteaux l’ha fatto, ed anche bene. Mikael Mongiovetto l’anno scorso ha stupito tutti conquistando uno splendido secondo posto alle spalle del re dei Tor valdostani Oliviero Bosatelli: “Credo siano ottime le scelte di fare una versione MTB e la staffetta a 3, a discapito di una 100km “insipida”: 60km a maggio per chi vuole fare gare impegnative come Lavaredo, UTMB, Tor etc.. è un ottimo allenamento”. Per Mongiovetto, che forse parteciperà alla staffetta, molti aspetteranno l’ultimo momento per iscriversi (c’è tempo fino al 5 maggio), ma è consapevole che non ci si possa aspettare un boom: “Credo che il motivo della poca adesione sia che si tratta di una gara troppo lunga per chi ama correre e troppo veloce per gli amanti dei trail, a cui piace principalmente camminare e che in questa gara non riuscirebbero a stare nei cancelli orari. Davvero un peccato perché, forse di parte, ma lo trovo un percorso molto bello!”. È dello stesso avviso un altro corridore che aveva preso parte alla gara l’anno scorso: “È un ibrido a metà tra corsa su strada e trail: per gli stradisti è troppo lunga mentre per i trailer c’è troppo asfalto. Oltretutto il classico corridore di trail non è abituato a mantenere una velocità di gara medio/alta a lungo come invece è richiesto al Tor des Châteaux. Due settimane dopo poi si corre la 100 km del Passatore, gara storica da Firenze a Faenza che porta via potenziali concorrenti a questa gara”.
In attesa delle decisioni dell’organizzazione, dopo i numeri non eccezionali dell’anno scorso – giustificati dal fatto che si trattasse di una prima edizione – va preso atto che, in una regione già carica di trail e martze a pià, il Tor des Châteaux non riesce a fare presa nonostante la bella ambientazione in cui si corre: calendario sbagliato o formula da ripensare?
Il video promozionale del TdC