L'insegna prometteva una "Nuova vita", e lo era forse anche troppo, visto che a Châtillon, in quell'inizio d'estate 2016, non si parlava d'altro. Sospinta dal passaparola di paese, quella promessa, dall'ingresso di un centro massaggi cinese, era arrivata ai Carabinieri, che avevano deciso di andare a vedere. Prese così il via un'indagine che culminò nella chiusura dell'attività, operata assieme alla Polizia locale del comune, con denuncia della titolare. Oggi, giovedì 1 marzo, per la vicenda si è tenuta l'udienza preliminare dinanzi al Gup del Tribunale di Aosta.
I militari avevano accertato incontri sessuali a pagamento nei locali e la donna, la 36enne cinese Wu Bihong, è accusata di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, in violazione della legge "Merlin". Il Gup l'ha rinviata a giudizio, disponendone la comparizione per il 6 giugno prossimo, di fronte al Tribunale in composizione collegiale. L'accusa, nel procedimento, è rappresentata dal pm Carlo Introvigne.
Secondo gli accertamenti dei Carabinieri di Châtillon/Saint-Vincent, il centro era una vera e propria "casa chiusa", nella quale si prostituivano due donne, anche loro cinesi. Ogni giorno, era stato ricostruito, ricevevano 4 o 5 clienti, tutti uomini, che ottenevano prestazioni sessuali a tariffe dai 30 ai 100 euro. Insomma, una "Nuova vita" di cui mogli e fidanzate devono aver accolto con un sospiro di sollievo la fine, al momento del sequestro del centro.