Il turismo valdostano, anche sulla spinta di una buona stagione invernale, sta riprendendo quota. Non senza fatica, tenendo sempre l’attenzione alta e soprattutto senza adagiarsi sugli allori.
È questa la ‘fotografia’ scattata da Alessandro Cavaliere, Presidente dell’Adava, l’Associazione degli Albergatori Valle d’Aosta, durante la semestrale assemblea generale tenutasi questo pomeriggio nella suggestiva location del Castello Reale di Sarre.
“La stagione invernale è stata positiva – ha spiegato Cavaliere – ed è importante ricordare che l’impresa turistica, in questo periodo, sta reggendo. La crisi comunque non è finita, e molte aziende viaggiano ancora col freno a mano tirato. I numeri sono positivi, le banche tornano a darci fiducia, ma è importante recuperare questa stessa fiducia in noi stessi, avere meno paura e guardare il mondo che ci circonda per non chiuderci”.
E mentre i bilanci sorridono Cavaliere si proietta già verso l’incombente estate: “Non c’è stata, ad ora, una grande differenza dall’anno scorso riguardo le prenotazioni, che comunque non hanno i grandi anticipi classici dell’inverno. Non si tratta di ‘last minute’ ma non si prenota neanche molto prima. Il caldo di questi giorni fa piacere, a noi ed al turismo, anche perché l’afa delle città fa salire le prenotazioni. L’inverno è andato bene ma l’estate scorsa è stata un disastro per il freddo e la pioggia”.
In chiusura l’assemblea diviene animata, non senza qualche perplessità dei presenti, dall’intervento di Thomas Bialas, Presidente del ‘Laboratorio per l’innovazione’ Nemolab.
Bialas ha tratteggiato le possibilità degli alberghi del futuro, ma, soprattutto, dei turisti del futuro: “I turisti non sono gli stessi di qualche anno fa. Con le novità tecnologiche stiamo passando da una società del possesso ad una società dell’accesso a qualsiasi esperienza e servizio. Ora conta più l’esperienza che il turista vive rispetto alle stelle dell’albergo. Anche la Valle può e deve uscire dalla standardizzazione dell’offerta turistica, ed ogni attività deve riappropriarsi delle proprie peculiarità, delle proprie diversità ed essere originale”.
Una spinta simile a quella dell’Alto Adige, che salda tradizione e tecnologia, passando poi per le reti wi-fi, le possibilità dei quotidiani in streaming per gli alberghi, gli innovativi sconti per i followers di Facebook, Twitter e Instagram.
Discorso che inevitabilmente divide e ammalia la platea, forse non ancora pronta a gettarsi a capofitto nel ‘salto tecnologico’.
Anche perché, per citare l’intervento di uno degli albergatori durante la fase di dibattito: “Questo turismo del futuro è affascinante, ma tra quattro giorno io, qui, devo pagare l’Imu”.