Da un anno a Parigi, Roberta Pennucci, 36 anni di Aosta, di professione biochimica, ieri sera si trovava a pochi kilometri dai luoghi della capitale parigina al centro degli attacchi terroristici. “Abito nell’undicesimo arrondissement e fortunatamente ieri sono rimasta a casa per una cena con amici” ci ha raccontato al telefono.
Di ciò che stava accadendo, dei tragici attentati, ha saputo da conoscenti e poi dalla televisione. “Da me c’era un’amica, Rossana, che abita proprio in boulevard Voltaire, dopo cena ha iniziato a ricevere messaggi che la invitavano a rimanere a casa parlando genericamente di una sparatoria. A quel punto abbiamo acceso la tv e iniziato a capire cosa stava succedendo”.
Roberta e Rossana ci parlano di una città deserta, con alcune linee di autobus annullate, strade ancora bloccate, negozi chiusi. E non solo nelle vie e nei luoghi colpiti. “Alla galleria Lafayette mi hanno detto che alcuni esercizi commerciali hanno provato ad aprire, ma sono stati dissuasi”. La metropolitana e la rete dei treni interurbani sono state invece riaperte.
I sentimenti prevalenti di Roberta e dei suoi amici sono l’angoscia, lo sgomento, l’incredulità per una situazione che non si sa quando potrà tornare ad una sorta di normalità. “Noi siamo in casa, ci hanno invitato a non uscire per il fine settimana, Rossana oltretutto non può proprio rientrare perché casa sua perché in una zona inaccessibile. Stiamo insieme per farci coraggio e superare le nostre paure”. Con loro c’è anche un poliziotto in forza al comando parigino. “Lui oggi è di riposo e non è stato ancora richiamato, ma molti suoi colleghi sono stati precettati vista la situazione”.