Il reparto di Ortopedia al Parini eccelle per la cura delle fratture al femore

Sull’80% delle fratture si interviene entro 2 giorni, ovvero entro le 48 ore indicate dalle linee guida internazionali he consentono di ridurre le complicanze più serie. I datiì, diffusi dal Ministero della Sanità, sono relativi al 2014.
Alcuni dei medici e infermieri dell'unita operativa di ortopedia e traumatologia dell'ospedale
Economia, Società

L’Ospedale regionale Parini è una struttura di eccellenza per quanto riguarda il trattamento delle fratture al femore. A dirlo è il Ministero della Salute che nel PNE, il programma nazionale esiti, riepiloga le performance, relative al 2014, dei diversi ospedali italiani.

Dai dati raccolti dal Ministero emerge una classifica piuttosto impietosa che fotografa le disparità di trattamento dei malati nelle regioni italiane. Se ad Aosta sull’80% delle fratture si interviene entro 2 giorni, ovvero entro le 48 ore indicate dalle linee guida internazionali e che consentono di ridurre le complicanze più serie, in Campania, e in particolare presso l’Ospedale “Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli”, l’intervento entro i 2 giorni, nel 2014, ha riguardato un solo caso sui 126 presi in carico, che in percentuale si traduce in un numero di poco superiore allo zero. Meglio della Valle d’Aosta fanno alcune Aziende Sanitarie, generalmente di piccole dimensione, in Piemonte, Toscana e Veneto.

Il dato dell’Ospedale valdostano è ancora più positivo se messo a confronto con quello del 2007/2008 quando la percentuale era del 66%. “Sono risultati per noi importanti che si spiegano con un lavoro in sinergia che ha puntato su efficienza e organizzazione e sullo sviluppo di una sensibilità nei confronti di queste problematiche” sottolinea Laura Mus, dirigente medico del reparto di Ortopedia e traumatologia del Parini.

I ricoveri per la frattura del collo del femore e i successivi interventi in Valle d’Aosta sono circa 170 all’anno ovvero uno ogni 2 giorni. “Per ottenere i risultati diffusi dal Ministero noi da tempo operiamo la domenica, e a qualsiasi ora del pomeriggio perché siamo consapevoli di quanto la tempestività in questo frangente possa dare risultati significativi sulla qualità di vita del paziente” prosegue la dottoressa Mus. “L’aver scoperto che l’intervento entro le 48 ore – continua – è stato assunto come un parametro per valutare la qualità di una struttura non può che farci piacere”.

Ora bisognerà vedere se queste performance potranno essere mantenute anche con la riorganizzazione dei turni del personale ospedaliero. “Noi ce la metteremo tutta, non abbiamo alcuna intenzione di tornare indietro su questo fronte, è una priorità rispetto ad altre cose” dichiara la Mus.

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