Sarà il congresso che sancirà l’ingresso in maggioranza dell’UVP, il movimento autonomista progressista nato da una costola dell’Union valdôtaine appena tre anni fa, quello convocato per il 12 marzo prossimo a Brissogne. E’ quanto ha deciso il “parlamentino progressista” nella riunione di ieri sera, venerdì 5 febbraio. Un passaggio delicato perché si tratterà di far digerire al “leone dorato” il progressivo riavvicinamento al “leone rampante” avvenuto in questi ultimi mesi.
“All’ordine del giorno c’è la discussione politica – dice il presidente Uvp, Alessia Favre – ma parleremo del ruolo e del rilancio del nostro movimento in una fase politica che è di generale stallo. Va considerato che la coalizione di cui facevamo parte in Consiglio Valle non esiste più. Se cambiano gli scenari, l’Uvp non può stare né zitta né immobile. Meritiamo rilievo e centralità nel panorama politico regionale”.
Un nuovo abbraccio con l’Uv che però suscita qualche mal di pancia con una parte della base e ad alcuni esponenti di spicco. “Dobbiamo pensare al nostro movimento, prima di prendere qualsiasi decisione – dice Luciano Caveri -. Dobbiamo stari attenti, guardinghi e coerenti”.
“Nel Conseil des communauté di ieri – dice Favre – e negli incontri con i gruppi locali di queste ultime due settimane ci siamo confrontati sul rilancio e sulla riorganizzazione del mouvement. E certamente al congresso metteremo al centro i temi: la zona franca, la difesa del welfare, il ruolo degli enti locali”.
Il 12 marzo, a Brissogne, sarà il momento anche per rinnovare le cariche e Alessia Favre potrebbe aver voglia di passare il testimone. “Sono soddisfatta del lavoro fatto in questi anni – dice la presidente uscente – e mi sento serena nel consegnare un movimento in salute. Resto a dispozione dell’Uvp, ma credo siano necessarie energie nuove per questa fase di rilancio e di riorganizzazione”.