L’aostana Loredana Faletti è indubbiamente una delle autrici locali più prolifiche. Nel 1986 il romanzo “Tanti in famiglia” – che narra le vicende di un gruppo di scoiattoli giapponesi – ha segnato il suo debutto letterario, al quale ha fatto seguito una moltitudine di titoli, ben venticinque.
L’ultimo suo lavoro è “Vieni con me” (Edizioni Vida, giugno 2016), un testo dai toni intimisti, introspettivi, che vede la protagonista, voce narrante, raccontarsi e confrontarsi con se stessa e con un’interlocutrice/lettrice, attraverso un percorso nella memoria e nelle emozioni. Il dialogo suscita riflessioni e offre suggestioni che non forniscono risposte certe agli interrogativi esistenziali, invita però a una presa di coscienza: “non si tratta che di scoprire o riconoscere di essere effettivamente adulti e maturi, di sapere dove andare e che cosa fare”.
La tua produzione letteraria abbraccia la poesia e la prosa, inoltre hai spaziato nei generi, non disdegnando la fantascienza, il noir, il romanzo storico e in più di un’occasione hai pubblicato insieme ad altri autori valdostani raccolte collettive di narrativa o partecipato ad antologie di poesia. E dal 2009, nei Quaderni, serie aperta giunta alla sesta uscita, esponi le tue riflessioni sulla vita. Loredana, raccontaci della tua passione per la scrittura, sentimento che coltivi fin dall’infanzia.
Ho sempre amato la letteratura, di ogni genere. Scrivere un racconto (o un romanzo) per me significa inventare e costruire un mondo secondo un criterio di verosimiglianza, anche se fantasiosa: trovare una trama coerente dal ritmo avvincente, che sappia catturare l’attenzione. Naturalmente, la scrittura deve consentire una lettura fluente e si deve prestare una grande cura per le ambientazioni e per i profili psicologici ed emotivi dei personaggi…
La stesura della storia, che prende forma mano a mano che scrivo, si può paragonare alla visione di un film, dove la vicenda, in continua evoluzione, per chi “assiste” si sviluppa in itinere, e non necessariamente come avevo immaginato all’inizio della scrittura.
Scrivere è comunicare, nasce dal desiderio di condividere e tramandare qualcosa di sé, e le forme possono essere molteplici. Da ragazzina scrivevo, come tutti, un diario e saltuariamente poesie – per un periodo, assieme a un amico, anche in inglese – poi la frequentazione di spiriti affini, tra i quali Jean Christophe Casu, Marco Gal, Gisèle Bovard e Gianvittorio Pellegrineschi, ha portato nel 2003 alla nascita e allo sviluppo dell’associazione letteraria “Il Circolo del cardo”, un gruppo di amici con il quale ho un forte legame. Numerose delle composizioni (alcune anche in lingua francese) che ho raccolto nei due libri di poesia finora pubblicati hanno tratto ispirazione da temi proposti dal gruppo.
Mi diverto a scrivere racconti brevi e fiabe (per queste ultime gli animali ed in particolare i gatti sono fra i soggetti preferiti); da sempre mi cimento pure con la fantascienza, genere che amo moltissimo anche nelle mie letture; racconti di fantascienza si trovano qua e là in varie mie raccolte ed è genere esclusivo in “Viaggi vicini e lontani”. Mi appassiona la storia, a cui ho dedicato diversi lavori, come “Gli innocenti”, che si apre con le vicende di un patriota del Risorgimento condannato a morte, o “Europa” che presenta episodi ambientati in diverse nazioni del nostro continente tra il XIX e il XX secolo, quasi tutti centrati sul dilemma fra una scelta pacifica ed una di lotta in momenti difficili della storia.
Una citazione merita “Romanzo storico” per la sua genesi: il personaggio di Caio Cozio (liberto originario della Valle di Susa, le cui avventure si svolgono nell’impero romano del II secolo dopo Cristo) nasce nel 2005 sulle pagine del noir “Nera Baltea – 7 noir in Valle d’Aosta”, raccolta collettiva di racconti pubblicata da Edizioni Vida. Il racconto “Fabula nigra” sarà seguito da due romanzi brevi, “Mosaici di Aquileia” e “Riflessi antichi”; i tre lavori sono stati raccolti in “Romanzo antico” che, oltre a presentare i precedenti capitoli dedicati a Caio Cozio, propone l’inedito “In cammino”, conclusivo della vicenda.
Certamente l’energia e la passione sono ingredienti che non mancano nella scrittura di Loredana Faletti. E spesso nel corso degli anni i suoi sforzi sono stati premiati. Tra gli ultimi riconoscimenti, locali e nazionali, ricordo: primo premio per narrativa edita al Premio internazionale letterario Mondolibro (Roma) per “Europa”; premio speciale Chiara Bassi al Premio internazionale Città di Aosta per “Ad ogni rinascita”; premio speciale per “Romanzo storico” al Premio città di Pontremoli, qualificazione di finalista al Premio Mario Pannunzio del 2013, secondo premio sul tema “La filosofia del gatto” al Premio nazionale di poesia Quantarte (Villadossola) del 2015 per una composizione in endecasillabi e il recente secondo premio per narrativa edita nuovamente al Premio internazionale letterario Mondolibro per “Viaggi vicini e lontani”, recentemente premiato anche alla 13° edizione del Premio letterario Internazionale Città di Aosta.