Il turismo traina l’economia valdostana ma non ancora abbastanza da far ritornare in positivo tutti gli indicatori economici. E’ quanto restituisce l’indagine congiunturale di Bankitalia, presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa.
Nei primi otto mesi del 2016 crescono ulteriormente le presenze, sia di italiani che di stranieri (6,2%) confermando il trend del 2015. Di pari passo Il settore terziario ha avuto un miglioramento: in base al sondaggio Bankitalia nei primi 9 mesi del 2016 le imprese hanno registrato un aumento del 60% del fatturato.
“Il turismo è trainante, ha dei risultati positivi che però non riescono a sopperire anche a livello di occupazione complessiva alla diminuzione di altri settori” sottolinea il direttore della filiale valdostana, Angelina Pagliarulo. “L’occupazione non va ancora verso il segno più. Le costruzioni sono ancora al palo anche se c’è stata una ripresa del mercato delle compravendita, più per questione di convenienza delle famiglie che non una ripresa del settore”.
L’occupazione continua a calare (-1,7% nel 1° semestre, -0,5% nel 2015) mentre il tasso di disoccupazione, seppur il più alto della media del Nord Ovest, mostra una lieve diminuzione (8,6%). Il numero di persone in cerca di occupazione è lievemente sceso riflettendo soprattutto l’uscita di persone dal mercato del lavoro.
Il settore delle costruzioni, ancora in profonda crisi, registra nel primo semestre 2016 un’ulteriore riduzione degli iscritti alla cassa edile (-6%) e delle ore lavorate (-5,1%) e con previsioni ancora negative per tutto il 2016 e il 2017. In ripresa invece nel primo trimestre il mercato immobiliare (+33,6% di transazioni) anche se i prezzi continuano a scendere (-3% nel II semestre 2015 dalle stime Bankitalia).
Per l’industria nei primi mesi del 2016 migliorano le vendite e i fatturati mentre cala l’export, soprattutto per il comparto metallurgico. Gli investimenti rimangono ancora deboli e anche le previsioni per i prossimi mesi non “testimoniamo ancora una inversione di tendenza”.
Cala il credito alle imprese, anche se migliora la qualità con una diminuzione delle sofferenze, aumenta invece quello alle famiglie. Infine crescono i depositi bancari di imprese, in misura maggiore, e delle famiglie. “In un contesto di investimenti fiacchi- spiega Massimiliano Rigon – la liquidità delle imprese non trova ancora degli sbocchi”