Per Gennaro Migliore, sottosegretario al ministero della Giustizia del Pd e sostenitore del Sì al referendum del 4 dicembre, "superare il bicameralismo paritario darà più potere al parlamento, perché renderà meno complicato fare le leggi". Luca Scacchi, ricercatore di psicologia sociale all'Università della Valle d'Aosta, dirigente del Partito comunista dei lavoratori e sostenitore del No, la pensa molto diversamente.
"Con questa riforma si rivede il compromesso sociale programmatico tra capitale e lavoro, rappresentati da Dc e Pci, che è stato alla base della scrittura della nostra Costituzione – afferma – sostituendolo con un impianto proposto dalla Bce, dalla Jp Morgan e dai poteri forti".
I due si sono confrontati questa sera nella saletta della Bcc di Aosta e hanno un'importante esperienza passata in comune. Entrambi, anni fa, militavano in Rifondazione Comunista: Scacchi come dirigente territoriale lombardo, Migliore come capogruppo alla Camera. Ora sono su posizioni opposte.
Non è stato un dibattito tecnico nè completamente politico, quanto piuttosto di sistema. Migliore ha elencato le tante commissioni parlamentari che nel passato hanno tentato di superare il bicameralismo paritario: "Tutti hanno visto che questo sistema aveva un carattere impedente all'iter legislativo – afferma – nel 1947 fu De Gasperi ad insistere per la soluzione in vigore finora. Voleva maggiore lentezza nell'approvare le leggi, ma non per un pericolo di ritorno al fascismo, quanto per timore dei successi a livello di elezioni amministrative dei comunisti".
Il sottosegretario ha ricordato che proprio il Pci voleva un Senato che rappresentasse le autonomie territoriali, ribadendo che "è sbagliato voler vedere la lunga mano dei poteri forti su questa riforma". "Meno male che c'è la Bce – ha poi aggiunto – perché senza le politiche di Mario Draghi di difesa dell'Euro saremmo messi male e inoltre un noto frequentatore della finanziaria Jp Morgan è Mario Monti che è per il No al referendum".
"Il documento del maggio 2013 di Jp Morgan dice che purtroppo nel sud Europa sono nate costituzioni con governi troppo deboli nei confronti dei loro parlamenti – ha incalzato Scacchi – e Mario Draghi, mentre salvava l'euro, dichiarava al Wall Street Journal che il sistema sociale europeo era finito: le costituzioni non si riformano indipendentemente dal clima sociale e di questa realtà programmatica, la fine del sistema sociale, si chiede conto in questa riforma".
"La Banca centrale europea dice che il diritto sociale è garantito in funzione delle risorse e nell'articolo 119 si costituzionalizza il costo standard – continua Scacchi – ma una chemioterapia ad Aosta non può costare come a Milano, perché non ha lo stesso bacino di riferimento". "Il costo è relativo ad un macchinario, ad una protesi o a un medicinale, che è sacrosanto che si equivalgano in tutte le regioni – ha replicato Migliore – il costo organizzativo non c'entra niente con il costo standard: è chiaro che se porti la banda larga in montagna si spenda di più".
Migliore ha insistito facendo alcuni esempi pratici, a sostegno del superamento del vecchio sistema bicamerale, che vede Camera e Senato con gli stessi poteri: "Con l'Unione, nel 2006, avevamo 15-16 gruppi parlamentari alla Camera, ma era Mastella che veniva sempre a dirci quale legge dovevamo passare o meno, perché aveva quattro senatori, che pesavano molto di più, perché il bicameralismo paritario permette queste cose e le leggi – continua – dopo la navetta tra le due Camere peggiorano sistematicamente".
Il sottosegretario ha proseguito sul fatto che "non c'è nessuna volontà di spostare il potere sul Governo, anzi è con questo sistema che l'82 per cento della produzione legislativa avviene per decretazione di urgenza e con la fiducia: noi abbiamo messo dei limiti". Secondo Scacchi "soprattutto dopo la crisi economica il nostro sistema è stato squilibrato nei confronti del Governo, ma si vuole costituzionalizzare queste distorsioni, perché nonostante i limiti di cui parla Migliore, nel nuovo articolo 72 si permette al Governo di dettare l'agenda al parlamento".
Il dibattito, moderato dalla giornalista Laura Agostino, è andato avanti con Migliore che sosteneva con forza il sistema maggioritario dell'Italicum, di cui è stato relatore: "Cosa preoccupa di un governo che è in grado di governare? C'è un timore astratto di una maggioranza forte e coesa, ma Berlusconi, ad esempio, è caduto per ragioni politiche e poi l'alternativa sarebbero le le larghe intese". "Dovete pensare se quest'impianto sarà accettabile se la parte politica peggiore che ci si possa immaginare andrà al potere – conclude Scacchi – cosa succede se vince il 5 Stelle o Salvini?".