La truffa corre prima sul filo del telefono, poi chi l’ha ordita si presenta a casa della vittima, ma stavolta – grazie alla prontezza di spirito di un parente che ha avvisato il 112 – il finale è stato diverso da quello di un film visto troppo spesso nel periodo delle festività. I malfattori sono stati infatti bloccati, ed arrestati, dai Carabinieri. Ora si trovano nel carcere di Brissogne, con l’accusa di truffa aggravata in concorso. Si tratta di una coppia di residenti a Milano: Gennaro Caiazzo, di 31 anni, e Agostina Di Maio, della stessa età. Entrambi hanno precedenti a loro carico.
Tutto accade mercoledì scorso, 14 dicembre. Ad una 83enne che risiede in una frazione alta di Charvensod arriva una telefonata: “suo figlio è stato coinvolto in un incidente stradale con feriti, c’è una somma da pagare come cauzione affinché non venga arrestato”, dice all’anziana la persona che si spaccia per un avvocato. “Quanto?” è la richiesta dell’anziana che, sorpresa e preoccupata dalla notizia, non ha nemmeno il tempo di realizzare che, in Italia, l’istituto del rilascio su cauzione non esiste.
“3926,21 euro” è la risposta che giunge dall’altro capo del telefono. Precisa al centesimo, così da farla sembrare ancora più plausibile. Il sedicente avvocato, tra una rassicurazione all’anziana spaventata e una finta descrizione dell’accaduto, scocca il suo dardo: “vista la sua età, Signora, le farò la cortesia di passare da lei a prendere i soldi. Ho fretta di chiudere la pratica e vedrà che suo figlio sarà a casa nel giro di poche ore”.
Poco dopo, il telefono suona nuovamente nell’abitazione di Charvensod. La pressione sull’anziana sale: “non riesco a venire io, a breve si presenterà un mio assistente a ritirare il denaro”. “Senta – spiega la signora, ulteriormente spiazzata ed impaurita – io non ho tutti quei soldi in casa, ho trovato solo 1900 euro”. Il truffatore non si scompone e, continuando nella parte dell’avvocato compassato e cosmopolita rassicura la sua vittima: “non c’è problema, se ha dell’oro in casa me lo consegni in pegno. Mi verserà poi a tempo debito il controvalore”.
A questo punto, la truffa entra nella fase decisiva: alla porta dell’anziana bussa un uomo, che viene fatto entrare in casa. Entra però anche la nuora della donna, che viene insospettita dal fare di quell’individuo e dal fatto che stesse chiedendo dei gioielli di famiglia: decide di chiamare il 112. L’“assistente” dell’"avvocato fantasma" intuisce il pericolo e fugge, portandosi via solo il denaro. I Carabinieri, già in zona perché allertati ore prima dai residenti di una frazione vicina, che avevano notato un’autovettura sospetta, fermano il mezzo durante la fuga.
A bordo di una Fiat Panda, risultata poi noleggiata, viaggiano Caiazzo e la Di Maio. Addosso hanno ancora i soldi presi nella casa della 83enne. Davanti hanno uno spiegamento di forze non indifferente, con militari della Stazione di Aosta, del Nucleo Radiomobile e del Nucleo investigativo. Ai due non resta che ammettere le proprie responsabilità. La signora viene condotta al comando cittadino dell’Arma e procede alla denuncia. Ai polsi dei due, scattano le manette, praticamente in flagranza di reato.
Tutto è bene ciò che finisce bene, ma il capitano Danilo D’Angelo, comandante della compagnia di Aosta ricorda che questo episodio si è concluso positivamente grazie alla “sinergia tra la cittadinanza valdostana e l’Arma dei Carabinieri” e che “per quanto siamo molto attenti in questo periodo dell’anno, perché una macchina sospetta può voler dire furti in abitazione o rapine improprie, è meglio chiamarci una volta in più, che una in meno”. L’udienza di convalida dei due arrestati, dinanzi al Gip di Aosta, è attesa in giornata o, al massimo, domani.