Per gli agenti della Polizia di frontiera, che lo hanno arrestato all’alba di stamattina al Traforo del Monte Bianco, era un “passeur” che trasportava cinque clandestini. Lui, davanti al collegio del Tribunale di Aosta, ove è comparso per essere giudicato secondo il rito direttissimo con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, si è proclamato, in lacrime, un sacerdote della chiesa pentecostale di Castelvolturno.
Il suo nome, Moses Noweghomwenma Aigbeakan, in effetti un riferimento biblico lo contiene, ma non deve aver impressionato granché gli agenti francesi, che hanno fermato l’Opel Zafira su cui le sei persone viaggiavano, alle 6 di oggi, subito dopo l’uscita dal tunnel.
Il recente attentato di Berlino ha innalzato ulteriormente l’allarme alle frontiere e il dispositivo di sicurezza è più elevato del solito, considerato poi che ci troviamo all’antivigilia di Natale. Verificato quindi che i cinque trasportati – tre uomini e due donne, di cui quattro sotto i trent’anni e uno 47enne, coetaneo del conducente – erano sprovvisti di documenti (salvo uno, che però ne ha esibiti di falsi), i poliziotti della République hanno consegnato l’intero gruppo ai colleghi italiani.
Per Aigbeakan, originario di Benin City e titolare di un permesso di soggiorno rilasciato dall’ufficio dell’immigrazione di Caserta, sono quindi scattate le manette e l’imputazione. Poche ore dopo è apparso, in Tribunale, dinanzi ai giudici Maurizio D’Abrusco, Davide Paladino ed Eugenio Gramola, per essere processato. L’accusa era rappresentata dal pubblico ministero Pasquale Longarini.
Il viaggio dei sei era iniziato in Italia e la destinazione finale era il Belgio. L’avvocato Stefano Marchesini, nominato difensore d’ufficio dell’uomo, lo ha assistito nella convalida dell’arresto. Dopodiché, siccome Aigbeakan ha manifestato la volontà di essere difeso dal suo legale di fiducia, del foro di Caserta, è scattato il rinvio del processo al prossimo 29 dicembre. Nel mentre, il collegio ha disposto la custodia cautelare dell’uomo, che è stato quindi tradotto al termine dell’udienza alla casa circondariale di Brissogne. Dei cinque trasportati, tutti sedicenti nigeriani, per ora due hanno annunciato la volontà di chiedere asilo politico.
Quanto alla dichiarazione resa ai giudici di essere un sacerdote, va detto ad onor del vero che esiste un profilo Facebook a nome di Apostle Moses Aigbeakan in cui l'arrestato ha pubblicato foto e video in cui appare con paramenti e intento a tenere orazione. Non avrà però effetti sulla sua posizione processuale.