“Quattordici parole da cui occorre ripartire per realizzare il buon governo”

Riceviamo e pubblichiamo
I lettori di AostaSera
I lettori di Aostasera, Società

In qualità di cittadina che ha a cuore le sorti e il futuro della Valle d’Aosta, ma anche come insegnante, che quotidianamente cerca di sviluppare negli alunni l’interesse per la “res publica”, e da ex amministratrice comunale, che conosce le difficoltà e la bellezza che derivano dall’occuparsi del bene comune, desidero farvi pervenire alcune considerazioni sulla situazione politica che stiamo vivendo, che riguarda l’intera popolazione valdostana.

Nella mozione di sfiducia costruttiva del 10 marzo u.s., approvata dal Consiglio regionale, fra le altre cose si legge che “l’estrema personalizzazione della gestione del potere ha prodotto un sistema anacronistico e inefficace, oltre che poco rispettoso delle regole e delle Istituzioni”; che è giunto il momento “di un nuovo modello di governance improntato a una accresciuta progettualità, ad una maggiore condivisione e alla massima trasparenza dell’azione politico-amministrativa”; che urge un progetto politico nuovo “aperto a tutte le sensibilità politiche presenti in Consiglio, ma anche fuori dal Consiglio Regionale e alla società civile”. Sono affermazioni importanti, condivise da molti cittadini e di cui va sottolineato il valore, che ho anche ritrovato, però in eccessiva sintesi, nel Programma di governo allegato alla suddetta mozione.

Credo che siamo in molti a domandare che a queste dichiarazioni d’intenti facciano seguito un reale e profondo cambiamento della gestione della politica valdostana, provvedimenti strutturati e tempestivi, scelte programmatiche serie, ponderate e lungimiranti; cose che in questi quattro anni di governo, anche con il variare della composizione della maggioranza, non si sono viste.

E' necessario che chi ci amministra lo faccia con onestà, impegno, passione e abnegazione. Che si passi da una gestione personalistica e clientelare del potere, sostanzialmente concentrata nelle mani di un uomo solo, ad una reale condivisione dell’amministrazione della Regione, basata sulla trasparenza e la sobrietà. E' assurdo

che il Presidente della Regione rivesta  anche il ruolo di Presidente del Forte di Bard,  per limitarci ad un esempio che riguarda la zona in cui vivo, ma ci sono molte altre situazioni similari. E’ assurdo che il Presidente della Regione abbia indennità superiori a quelle di un Ministro della Repubblica.

Pare altresì evidente la necessità di modificare l’attuale legge elettorale, in modo che sia permesso agli elettori di andare a votare i propri rappresentanti scegliendo contestualmente la coalizione che  governerà nei cinque anni successivi. I cittadini valdostani non vogliono  più assistere alle girandole e ai cambi di casacca di cui sono stati testimoni attoniti in questa legislatura, e che hanno messo a dura prova la loro fiducia.

Occorre che si torni a collaborare e a discutere con il mondo della scuola, non solo con i sindacati, e che si riveda l’applicazione delle Adaptations, un provvedimento calato dall’alto, confezionato senza tener conto delle osservazioni e delle richieste formulate da chi vive e opera concretamente all’interno della scuola valdostana.

E’ necessario chiedere ai nostri amministratori di costruire il futuro della nostra regione attraverso scelte e programmi fondati sulla progettualità, sulla creatività, sul coraggio, sulle competenze per ridare impulso all’economia sempre più stagnante.

Bisogna che chi amministrerà la Regione operi con più responsabilità nelle scelte relative al lavoro in generale, all’occupazione giovanile, alla scuola, alla sanità, all’agricoltura…utilizzando le risorse pubbliche in modo più serio e oculato. Per fare un solo esempio, credo che in campo agricolo occorra sia un rilancio delle attività tradizionali, sia un profondo rinnovamento del settore, nell’ottica di un turismo agro-pastorale sostenibile; penso ad esempio all’importanza delle Riserve naturali regionali, nel cui contesto sono inserite molte aziende agricole che, insieme all’ambiente, andrebbero valorizzate.

Ritengo ci sia bisogno di una maggiore sensibilità verso le fasce più deboli della popolazione (bambini, anziani, malati, disabili, immigrati…) e verso le famiglie, affinché siano mantenuti molti servizi indispensabili, oggi in via di smantellamento, e si pensi a nuove forme di sostegno.

E’ fondamentale infine favorire realmente la partecipazione dei cittadini alla vita politica, anche dando applicazione coerente alle leggi che scaturiscono dalle iniziative popolari, come quella sul potenziamento della ferrovia che nel mio Comune e nell'intera Bassa Valle ha avuto uno straordinario livello di consenso popolare.

 

So bene che chi dovrà amministrare nell’immediato e nei prossimi anni non avrà un compito semplice. Sappiamo tutti che sarà arduo, ma oggi l’imperativo categorico è quello di risanare la politica locale liberandola dal clientelismo, dall'incompetenza e sottraendola all'invadenza della ‘ndrangheta, che purtroppo opera indisturbata da anni ed è la spia del declino di una comunità, la quale sembra ormai assuefatta a metodi che non le appartengono e che richiedono una vigorosa reazione.

A voi è ora affidato il compito non solo di governare in questo ultimo anno di legislatura, ma soprattutto di pensare al futuro della Valle. Oggi può iniziare una stagione politica nuova, che sta soprattutto (ma non solo) a voi cercare di far sbocciare e crescere.

Come molti altri cittadini valdostani vi affido la mia fiducia condizionata, assieme alle Quattordici parole che ho cercato di evidenziare, da cui occorre ripartire per realizzare il “buon governo” che in molti auspichiamo.

Buon lavoro.

 

Chiara Minelli    –   Fontainemore                  

 

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