Si tratta di una misura, voluta dalla Conferenza episcopale italiana, che esiste già dal 2009 e che dal 2012 era attiva anche nella nostra regione, ma dalla prossima settimana si farà un passo in più per farla funzionare. Si tratta del Prestito della Speranza, per cui questa mattina è stato firmato un protocollo d'intesa tra il vescovo della diocesi di Aosta Franco Lovignana e il presidente della Chambre valdôtaine Nicola Rosset.
Di cosa si parla? “Di permettere soprattutto a quelle piccole imprese familiari, che in Valle d'Aosta sono il 56 per cento delle esistenti, di accedere al credito tramite la Caritas valdostana”, spiega Rosset. I prestiti servono per “ristrutturare un'azienda o avviare una nuova attività” e raggiungono un massimo di 25 mila euro, “elargiti in un'unica tranche”, spiega il responsabile Caritas Andrea Gatto.
Il tasso annuo nominale dei prestiti è non superiore al 4,5 per cento e la rata mensile indicativa di 468 euro. Il finanziamento viene restituito sulla base di un piano di ammortamento della durata massima di sei anni, comprensivi del periodo di preammortamento di 12 mesi. In nessun caso si applicano le penali di estinzione anticipata.
“Chi non può permettersi di ottenere credito per altra via potrà venire allo sportello della Chambre”, aggiunge Lovignana, ed il senso della convenzione sta proprio qui: nella disponibilità della Chambre di offrire le sue strutture. “Avevamo bisogno di offrire un altro luogo per fare domanda, più vicino alle imprese e lontano dalla Caritas – racconta Gatta – un luogo dove l'idea di vergogna che può sorgere in questi momenti fosse minore”.
“In Valle d'Aosta ci sono strumenti per il credito che funzionano bene, come i confidi e Finaosta – puntualizza Rosset – questa iniziativa non va a sovrapporsi alle altre, ma si rivolge a chi sta ancora sotto e non ha la possibilità di rivolgersi a quei canali: c'è un tessuto che ci manda da tempo segnali e sembra in crescita”.
Il presidente della Chambre ha fatto sapere che i dati del primo trimestre del 2017 sulle imprese, dopo due rilevazioni positive, sono di nuovo in peggioramento: “Siamo di nuovo di fronte ad una flessione del loro numero – fa sapere – non solo nell'edilizia, comparto in crisi da anni, ma anche nel commercio”.
Lo stock di imprese registrate in Valle d’Aosta al 31 marzo 2017 è di 12.544 unità, con un calo dello 2,5 per cento rispetto al trimestre precedente: un saldo negativo che segna un totale di 114 aziende in meno. In una nota la Chambre denuncia “una sofferenza delle ditte individuali, con 223 cancellazioni e delle società di persone, con 51 cancellazioni”. Con un settore artigiano che segna un meno 1,5 per cento.
“Al di là della normale dinamica del primo trimestre dell’anno, che storicamente vede una concentrazione di cancellazioni – spiega Rosset – a dar da pensare è soprattutto il calo delle iscrizioni: il tessuto imprenditoriale valdostano appare ancora vulnerabile e poco vitale”.