Il sindaco di Fénis fa un appello alla politica per “adattare” alla Valle la direttiva Gabrielli

Riceviamo e pubblichiamo
Mattia Nicoletta, sindaco di Fénis
I lettori di Aostasera, Società

In qualità di Sindaco di Fénis è con un certo rammarico che mi vedo costretto ad uno sfogo inerente ciò che è accaduto in questi giorni a seguito delle indicazioni riportate dal Prefetto Gabrielli.

Ci troviamo in Valle d’Aosta, una regione turistica che del turismo appunto dovrebbe fare uno dei suoi principali baluardi. In estate, in particolare, ognuno dei 74 Comuni del territorio si veste di musica, di sagre e di tradizione. A seguito delle indicazioni inviate dal Capo della Polizia al nostro Prefetto (Presidente della Regione) e da Lui “ribaltate” ai Sindaci locali, anche le nostre feste di paese saranno da considerare come delle manifestazioni gigantesche e per tanto sottoposte a misure di sicurezza mastodontiche.

Capendo bene e non sottovalutando l’aspetto della sicurezza in qualsiasi ambito, vanno fatte delle distinzioni tra i vari eventi. Le associazioni presenti nei nostri Comuni,  che generalmente si occupano dell’organizzazione di certe manifestazioni, sono associazioni di volontariato che operano quindi senza scopo di lucro e che si avvalgono di centinaia di persone che forniscono un servizio impagabile. Non vi è perciò la possibilità di potersi adeguare a delle misure di controllo così elevate che in questo momento non fanno un gran distinguo, per esempio, fra concerti ove si prevedono afflussi di migliaia di persone e concerti con bande di Paese che forse non sfiorano nemmeno lontanamente i 200 spettatori. Ovviamente gli impegni economici correlati non sono sostenibili per gli organizzatori locali.

Sarebbe sufficiente discernere, sulla base di certe previsioni ed in riferimento a standard già esistenti, degli eventi ad alto, medio e basso rischio e quindi definire in modo chiaro un adeguato sistema di controllo e sicurezza della manifestazione.

Questo vuole essere un appello alla coscienza Politica che dovrebbe declinare le linee guida inviate dal Ministero alla realtà valdostana e al fine di poter garantire quelli che sono gli eventi della tradizione popolare nel corso dell’anno perché proprio su questi si crea un indotto non indifferente, che permette a molte delle attività locali di sopravvivere.

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