Sognava di essere un gigante, Syahrie Anggara, il 25enne indonesiano soccorso ieri sera dall'elicottero della Protezione civile in Val Veny, sul col Chavanne (2300 m). Con un amico, aveva raggiunto la nostra regione nella settimana dell'ultra-trail più duro e noto, molto conosciuto in Asia – a cui non aveva però presentato domanda di iscrizione – da dove provengono ogni anno numerosi concorrenti, per solcare le stesse montagne e vedere i panorami dei concorrenti. Ora, però, è in un letto del reparto di rianimazione universitaria dell'ospedale "Molinette" di Torino, impegnato in ben altra battaglia, quella tra la vita e la morte.
L'allarme è scattato attorno alle 19 di ieri, giovedì 14 settembre, quando il compagno che era assieme a lui, giunto per primo al rifugio "Elisabetta", non vedendolo arrivare, ha segnalato il mancato rientro. Dei soccorritori in servizio per il trail in corso hanno allertato la "Base Tor", che a sua volta ha comunicato la situazione alla Centrale Unica del Soccorso. L'elicottero "Sierra Alfa 1", durante il sorvolo lo ha trovato e recuperato, lungo il sentiero, in condizioni critiche.
Il giovane aveva una temperatura corporea di 24 gradi. Un'ipotermia serissima, conseguente con tutta probabilità ad un problema cardiaco che lo ha colpito durante l'escursione, bloccandolo sul luogo ed esponendolo alla meteo rigida. L'elicottero è rientrato ai limiti dell'oscurità e all'ospedale di Aosta, dopo le prime visite, il quadro è apparso tale da decretare il trasferimento in ambulanza nel nosocomio torinese, nell'unità diretta da Luca Brazzi, dove Anggara è arrivato verso mezzanotte. I medici piemontesi lo hanno collegato immediatamente all'ECMO, macchina che attua una sorta di "circolazione extra-corporea", compiendo artificialmente le funzioni di cuore e polmoni.
Parallelamente, i sanitari hanno iniziato trattamenti per favorire l'innalzamento graduale della temperatura corporea. Le condizioni restano critiche: la prognosi è riservata e il venticinquenne è intubato e in coma farmacologico, ma stamane presentava 32 gradi, tanto che il suo cuore ha nuovamente attività autonoma. Per sostenere la ripresa, evitando di sottoporre a stress il suo organismo, i medici lo mantengono sottoposto ad ECMO e la situazione è monitorata costantemente. E' ancora presto per dire se ce la farà, ma più di un addetto ai lavori non esita, riflettendo sui parametri di ieri sera, a parlare di miracolo.