“Da domani la mia vita non cambia in nulla”. Ivana Debernardi non vuole sminuire il significato del suo passo personale, quello di aderire all'Ordo Virginum, ma anzi esaltarne l'aspetto che più l'ha convinta a fare questa scelta: “Consacrarsi al Signore, rimettendo le mie mani in quelle del vescovo, ma continuare a vivere nel mondo”.
Domani infatti, alle 15, nella Cattedrale di Aosta, si svolgerà la cerimonia con cui la trentaquattrenne entrerà in questo particolare Ordine, primo caso in Valle d'Aosta. Dal latino si traduce come “Ordine delle vergini” con riferimento alla promessa di castità e celibato, ma virgo può intendersi anche come “giovane sposa”.
Il rito di consacrazione infatti ha alcuni aspetti in comune con quello del matrimonio, una Chiesa sposa che cerca un Cristo sposo: “Ovviamente si tratta di un simbolo – spiega Debernardi – la consacrazione delle vergini come rito è uno dei più antichi nel cattolicesimo e in effetti durante la cerimonia riceverò un anello e dovrò pronunciare un 'sì' definitivo”.
Al di là di di tutto, però, Debernardi continuerà a svolgere la sua professione: “Sono entrata di ruolo per insegnare matematica e fisica e quest'anno e sto facendo l'anno di prova al Manzetti – racconta – ovviamente quando insegno scienze non parlo di religione e neanche andrò in giro con scritto addosso 'consacrata'”.
Perché allora questa scelta di rinunciare ad un aspetto importante della vita, come quello degli affetti legati alla sessualità? Debernardi prova a ribaltare la questione in positivo: “Leggendolo con gli occhi della fede il mio si tratta di un 'sì' che fa dire dei 'no' – risponde – rinunciare alla possibilità di avere una famiglia, non vuol dire che la famiglia mi fa schifo, vuol dire aprire ad altre scelte”.
Dal prossimo anno, Debernardi insegnerà solo come part-time, per dedicarsi con più tempo alle attività di volontariato nell'ambito della Diocesi di Aosta: “Faccio molte cose – racconta – tra cui catechismo ai bambini per la prima comunione, l'animatrice dei ragazzi delle superiori a Santo Stefano, oppure aiuto con l'animazione liturgica in Cattedrale, nella parte musicale”.
Ivana Debernardi ha infatti tanti trascorsi da musicista, ad esempio anni fa suonava il violino in un gruppo folk-rock locale, gli Iubal Folk: “Quando posso frequento ancora lo Sfom, per non dimenticarmi lo strumento”, spiega.
Negli ultimi anni aveva però abbandonato il gruppo anche perché molto impegnata a seguire il suo percorso personale. Quella di Debernardi non è infatti una vocazione improvvisa. Nell'intervista al settimanale della diocesi, il Corriere della Valle, racconta una vita di attività parrochiale a Santo Stefano, passando da un importante ritiro nella comunità di Taizé e anche per un esperienza da postulante con le suore di Saint-André.
Infine, la scelta di “ordinarsi” sì, ma di restare laica: “In un certo senso dovrò scrivere la mia Regola di vita personale e sottoporla all'approvazione del vescovo – spiega – un progetto però che rimane in costruzione nel tempo”.