La condanna è tra le più alte comminate, negli ultimi anni, dal Tribunale di Aosta per abusi: dieci anni di carcere. Ad infliggerla, ad un uomo residente in Valle d'Aosta ritenuto colpevole dei reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale ai danni della moglie, è stato, nella serata di ieri, mercoledì 28 marzo, a chiusura dell'udienza celebrata a porte chiuse, il collegio presieduto dal giudice Eugenio Gramola e completato dai giudici a latere Maurizio D'Abrusco e Marco Tornatore.
Pena esemplare, per una vicenda in cui i dettagli noti sono minimi, a protezione della persona offesa. La vittima, come non è raro in casi del genere, non ha denunciato subito, probabilmente nella disperata convinzione che la situazione familiare potesse tornare serena. Quando la donna ha trovato le forze per farlo, la Procura ha messo in moto la macchina delle indagini, arrivando a concludere che le condotte di cui riteneva responsabile l'uomo andavano avanti da diciotto anni ed erano di gravità inenarrabile.
Da lì, l'applicazione di misure cautelari a carico dell'imputato e la richiesta di rinvio a giudizio. Quindi, il processo di ieri, iniziato alle 10 del mattino e con la sentenza arrivata quando erano le 20.30, durante il quale il pubblico ministero Luca Ceccanti aveva invocato, nella discussione, una pena di sette anni di reclusione, che il collegio giudicante ha incrementato nella decisione finale.