“Non commento mai le sentenze”. Sono le uniche parole che escono dalla bocca di Giovanni Sandri, l’ex consigliere regionale, e primo degli esclusi della lista del Partito Democratico, che il 17 luglio scorso aveva presentato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale contestando le modalità di attribuzione dei seggi così come definite nelle modifiche alla legge n. 3 del 1993, apportate nella scorsa legislatura.
Ma oggi, mercoledì 15 ottobre, il Tar ha respinto le sue tesi. Secondo Sandri, infatti, il Pd avrebbe diritto ad un seggio in più e l'Uv ad uno in meno. Questo alla luce del fatto che nel conteggio non sono stati calcolati circa 5.000 voti della lista Arcobaleno che non avendo ottenuto il quorum dei due seggi è stata esclusa del Consiglio. La questione si fonda attiene infatti alla legittimità costituzionale delle norma contenuta nella legge elettorale regionale che non considera, ai fine del calcolo del quoziente elettorale regionale di attribuzione dei seggi, la rilevanza dei voti delle liste elettorali aggregate che, singolarmente, non superano la soglia di sbarramento.
La Regione autonoma Valle d'Aosta si era costituita nel giudizio contro il ricorso.