"Ci auguriamo che il nuovo Governo possa riuscire laddove i precedenti hanno fallito: dare regole certe a questo settore”. Sono parole del presidente Adava Filippo Gérard, intervenuto lo scorso weekend a Porto Cervo, in Costa Smeralda alla sessantottesima Assemblea nazionale di Federalberghi.
Oltre al presidente degli albergatori era presente il membro di Giunta nazionale Alessandro Cavaliere.
Gérard è ritornato nel suo intervento sulle "gravi irregolarità e l’evasione fiscale generate dalla sharing economy: un far west che restituisce l’immagine di un Paese nel quale è possibile operare senza rispettare alcuna regola, né amministrativa, né tributaria, né di igiene, né di tutela del lavoro. Come abbiamo ribadito in più occasioni, siamo perfettamente consapevoli che i posti letto (non solo quelli alberghieri) siano utili e non possiamo neanche pensare di poter bloccare la normale evoluzione del mercato, ma a uno stesso mercato ci si deve avvicinare con le stesse regole. "
Ad aprire i lavori il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca: "Nello scenario internazionale l’Italia continua a essere percepita come il paese delle meraviglie. Abbiamo una certezza: e cioè che il criterio della raggiungibilità è ciò che guida verso lo sviluppo qualsiasi paese a vocazione turistica. Sono le infrastrutture adeguate a consentire la fruibilità delle destinazioni più richieste. Questo è un tema importante per la crescita del comparto e ha un valore sostanziale anche per le strutture ricettive, che del settore sono l’asse portante. Il turismo è in grado di creare ricchezza per il Paese. Va da sé che si debba sostenerlo”.
Dopo l’intervento del presidente Federalberghi, moderata dal giornalista Andrea Pancani, vice direttore de La7, si è poi svolta la tavola rotonda che ha offerto l’occasione per riflettere sul tema de “Il turismo che fa bene al futuro – Competitività e sviluppo nel potenziale del brand Italia”.
Secondo Beppe Severgnini, che ha preso parte al dibattito: “Lavorare in un Paese oberato di regole, senza un ministro del turismo, con una compagnia di bandiera come Alitalia e un ente di promozione turistica come Enit è quasi eroico. Gli albergatori italiani operano in un mercato molto cambiato. I grandi portali – Booking, Expedia, TripAdvisor – hanno offerto agli alberghi italiani una strepitosa vetrina internazionale. Ma sono l’equivalente digitale delle forche caudine: bisogna passarci sotto, volenti o nolenti (e lasciare il 20% di commissione). Gli albergatori non possono pretendere di squalificare le nuove forze di mercato e i nuovi intermediatori digitali. Devono vincere le pigrizie e lavorare di fantasia. Ma hanno il diritto di giocarsela ad armi pari”.