E’ tornato a casa a Charvensod, Paolo Malgioglio, il 23enne che ieri sera si trovava sul primo vagone del treno Torino – Ivrea, deragliato a Caluso. Se l’è cavata con dieci giorni di prognosi. Ci vorrà sicuramente più tempo per dimenticare quanto ha vissuto sulla propria pelle.
“Prendo quel treno tutti i giorni perché studio recitazione a Torino fino alle 21.30” racconta Paolo, la voce provata “Ero salito sull’ultimo vagone che poi da Chivasso è diventato il primo. Viaggiavamo con qualche minuto di ritardo, io avevo le cuffiette alle orecchie e stavo ascoltando della musica, sovrappensiero.“
L’ultima immagine del ragazzo prima dello scontro è quella di una ragazza dai capelli corti, vicino alle porte di uscita, intenta a parlare al telefono.
“Lì per lì non riuscivo a capire cosa fosse successo, ero disorientato. – racconta Paolo – Ho sentito un forte botto, mi sono coperto la testa per quello che riuscivo e ho pensato che stavo per morire, pregando solo che fosse veloce. E’ difficile da spiegare, perché ogni parte del corpo viene coinvolta: l'udito, il tatto, l'olfatto. Ho sentito un boato, poi le luci si sono spente, mi sono trovato catapultato con il soffitto come pavimento, i sedili sulla testa. Non avevo capito subito che la cabina si era rigirata. Sentivo l’odore della terra e delle lamiere e poi le urla”.
Dopo essersi reso conto di non avere riportato gravi ferite Paolo ha rivisto la ragazza dai capelli corti, schiacciata sulle porte di uscita del vagone.
“Aveva un evidente trauma alla testa e stava sanguinando vistosamente”. Ma ad allarmare Paolo erano le grida che arrivavano poco più in là. “Era la capotreno che chiedeva aiuto, dicendomi che stava soffocando e che non sentiva più le gambe. Ho tentato di tirarla fuori, senza riuscirci”.
La donna chiede allora a Paolo di tenerle la mano e di non lasciarla lì da sola. “Aveva paura, ho cercato di starle vicino e darle conforto.”
Ad arrivare per primi sul luogo del disastro alcuni abitanti della zona. “Dopo il caos, c’era il buio e un silenzio assurdo. Sono arrivati con delle torce e con dell’acqua. Hanno aiutato la ragazza del telefono ad uscire mentre per la capotreno abbiamo aspettato l’arrivo dei Vigili del fuoco che hanno dovuto tagliare la cabina”.
La capotreno, Morena Gauna, è ora ricoverata in gravissime condizioni al Cto di Torino. Nell’incidente hanno perso la vita il macchinista del treno, Roberto Madau, 61 anni, di Ivrea e uno degli addetti al servizio di scorta del Tir Stefan Aureliano, 54 anni di origini rumene residente a Busto Arsizio.
Il bilancio dei feriti è salito a 23. “Io ho qualche livido e delle ammaccature, che ora cominciano a farmi male. Evidentemente non era la mia ora”.
L’autista del Tir, Darius Zujis, 39enne lituano, risulta al momento indagato dalla Procura di Ivrea per disastro ferroviario. Dalle prime verifiche sarebbe risultato negativo all’alcoltest.
“Non riesco a capacitarmi di quanto successo. – chiosa ancora Paolo – Prendo spesso quel treno e la mia unica preoccupazione è sempre stata che potesse fare ritardo”.