La svolta condivisa di Sago: da solista a principe fra i princìpi.

A un mese dalla pubblicazione dell'ultimo disco, Sago e i suoi Princìpi, il rapper valdostano racconta l'esperienza incredibile dello strano nucleo batteria-basso-voce composto da Riva-Costa-Sago.
Sago e i suoi Princìpi
Cultura

Ci sono artisti che ci mettono la faccia. Andrea Di Rienzo, in arte Sago, rapper aostano dal sorriso coinvolgente e dall’estrema coerenza, non solo ci mette la faccia, ma lo canta anche.

Il progetto, che porta lo stesso nome della band, è ambizioso e fuori dagli schemi: voce, basso e batteria. Sago, accompagnato dai suoi princìpi, personificati da Simone Momo Riva e Chris Costa è qualcosa che va oltre il semplice progetto musicale: c’è una connessione evidente tra i tre componenti e soprattutto una grande intesa anche con tutti gli ospiti del disco che, ricco di featuring, diventa una vera chicca nel panorama valdostano spesso omologato e fine a se stesso. Dalle struggenti note del violino di Rémy Boniface che regalano un viaggio su e giù per la lunga Italia in “L’emigrante”, si passa all’estremo beatbox di Bramo, che non sbaglia un colpo e tiene il piedi tutta la traccia numero 7: “Volando”.

“Questa è la mia storia, è la mia vita – racconta Sago -, per me questo è fare rap: guardarmi intorno e raccontare le mie giornate e il mondo che va via veloce senza tenere conto di noi esseri umani. Quando ho incontrato Momo e Chris sono entrato in dinamiche completamente diverse da quelle a cui ero abituato, ho trovato due persone pronte a darmi una vera possibilità di fare musica e a investire in qualcosa di condiviso e importante. Arrivavo in studio con il testo e Chris mi faceva sentire un giro di basso, poi toccava a Momo che armonizzava il tutto: abbiamo creato sempre tutto insieme, passo dopo passo e questo credo si senta, perché il disco funziona!”.

Nella delicatezza delle rime tutta la forza della denuncia e anche l’arguzia di chi con il rap ha deciso di convivere ogni singolo secondo della propria vita. Nessuna base preimpostata, solo tanta voglia di sperimentare, come confermano i due compagni di avventura del principe aquilano, valdostano di adozione: “Ci siamo trovati in studio ed è stato tutto così naturale da stupirci. Ora i giovani fanno uno pseudo rap, ma vogliono le basi già impostate e hanno fretta di registrare, non hanno più voglia di creare qualcosa di unico, di loro. Una volta, quando facevamo musica noi ed eravamo molto più giovani, l’unico interesse che avevamo era creare qualcosa che fosse solo nostro, magari un po’ casalingo, ma nostro”. Una voglia di produrre insieme che sovverte anche le indicazioni iniziali dei tre musicisti, come sottolinea Chris: “Eravamo partiti con l’idea di fare un Ep, poi ci siamo fatti davvero prendere dall’idea di creare qualcosa di più grande e ci siamo dati tempo per farlo bene”.

L’album non segue per forza una vera e propria traccia, ma si rivela essere un vero concept album, che percorre la vita di Sago e le sue esperienze lavorative e di interazione con il mondo che lo circonda: in sella alla sua bici mentre sfreccia fra le macchine in coda, per correre dai suoi ragazzi, arrivati da luoghi lontanissimi, ma che il carattere solare di Sago riesce a far sentire più che a casa, oppure perso fra i suoi vinili e la sua consolle mentre la gente nei locali prova a farlo cedere a un genere più commerciale e pop.

Spazio anche a un attimo di nostalgia con la filastrocca aquilana “Balilla” musicata dal duo Riva-Costa, che in soli 3 minuti netti diventa un pezzo funky pronto per prendere il volo dalle valli abruzzesi, da cui arriva Sago, e approdare alle orecchie di tutti nonostante l’evidente barriera linguistica. La chiave della bellezza del progetto risiede anche nella capacità dei tre artisti di abbattere ogni tipo di muro o ostacolo (linguistico e musicale), per farlo diventare una ricchezza, come nella traccia “Mia Mia”, trasposizione fonetica dell’espressione araba che significa “sto bene al 100%” . In questa traccia compaiono La Fatina Mouna e Dalia Ismail, due ragazze mediorientali che hanno curato il ritornello della canzone, improvvisandosi, ma inventando qualcosa di incredibile e magico, che funziona a meraviglia con l’insieme della creazione.

Il disco è denso di contributi, oltre a quelli già descritti, come la bellissima voce di Arianna Capua, allieva di Davide Dugros, che impreziosisce ben due tracce e che regala alle canzoni un’elegante malinconia e la canzone “Comme ci Comme ça”, già cantata da Naif Hérin.

Sago non deve urlare al mondo la sua rabbia, lo ha fatto a tempo debito e ora è il momento per crescere e raccontare davvero ciò che lo circonda e come cambia il mondo. Il panorama musicale valdostano si arricchisce oggi di un artista che senza presunzione sa come descrivere alla perfezione i cancri della società e le bellezze del mondo, sempre rimanendo in equilibrio su questi e volando lontano quando questo mondo gli sembra troppo stretto. Per fortuna ha trovato lungo la strada due validi condottieri che, esattamente come vuole la coerenza di Andrea non “comprano pensieri pronti nelle confezioni”, ma riescono a fare magia in musica.
L’occasione per ascoltare Sago e i suoi Princìpi arriva in fretta, sabato 16 giugno infatti saranno protagonisti della Festa della Musica in Cittadella dei Giovani, in apertura al rapper Inoki Ness.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte