Sono passati cento anni, quasi esatti, dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Cent’anni e quasi 20 milioni di morti per un avvenimento epocale che – prima del dramma del Secondo conflitto mondiale, che moltiplicherà inesorabilmente il conto delle vittime – non si era mai visto prima. Non di tale portata.
Aosta e la Regione celebrano il centenario dal termine della “Grande Guerra” da martedì 23 a domenica 28 ottobre, una “sei giorni” fitta di incontri, conferenze e commemorazioni.
“La prossima settimana – spiega il Vicepresidente vicario dell’Associazione nazionale alpini valdostana, Carlo Gobbo – sarà l’occasione per celebrare i 1557 morti valdostani della Grande Guerra. A fine ottobre di cent’anni fa, poi, si combatteva sui Monti Solaroli, con il Battaglione Aosta decimato, l’unico battaglione a meritare la Medaglia d’oro al valor militare”.
Tra i vari appuntamenti il clou si vedrà sabato 27 e domenica 28 ottobre, con l’Alzabandiera in piazza Chanoux (alle 9 di sabato), seguito da una serie di conferenze e presentazione di libri a Palazzo regionale. Dopo l’ammassamento alle 15.30 all’Arco d’Augusto sarà la volta – alle 16.20 – dell’arrivo del Labaro che da quest’anno si “tinge di rosa”: “Il Labaro dà solennità alla cerimonia – spiega ancora Gobbo –, e per la prima volta sarà portato da una donna, un’alpina, Gloriana Pellissier il sabato e da Dominique Vallet la domenica. Le donne sono state grandi protagoniste della Guerra, sopportando l’assenza dei mariti, mandando avanti una società a pezzi e la sera mandando avanti le famiglie”.
Donne protagoniste anche la domenica con le “madrine” che accompagneranno i 70 gruppi di alpini valdostani in sfilata.
Il coinvolgimento del Centro di addestramento alpino
“Abbiamo introdotto il Centro nelle celebrazioni – spiega invece Carlo Bionaz, Presidente della sezione valdostana dell’Ana – perché quest’anno compie 85 anni dal decreto che ne sancì la nascita e rappresenta un polo di grande importanza per la Valle e non solo”.
Centro di addestramento che, la settimana seguente, si aprirà al pubblico: “Nel weekend del 4 novembre – conferma il generale Paolo Radizza – ci siamo impegnati per aprire il Castello e la caserma ‘Cesare Battisti’ per farci conoscere dall’interno e condividere le nostre attività, mettere in mostra i nostri materiali e reperti storici, e progettare percorsi ludici e su roccia”.
La città di Aosta fa gli onori di casa
Fulcro della commemorazione sarà il Capoluogo, con il Presidente del Consiglio comunale Michele Monteleone – cappello da alpino posato davanti – a spiegare: “Per Aosta è un grandissimo onore ospitare gli alpini. Il rapporto con la città è cosa nota e lo racconta la toponomastica di Aosta, le caserme. Quando gli alpini chiamano Aosta risponderà sempre ‘presente’”.
Musei aperti per gli alpini
Da parte regionale è l’Assessore alla Cultura Paolo Sammaritani ha spiegare cosa il suo “dicastero” ha in programma: “Questi eventi – racconta – sono un ‘risarcimento’ per ricordare il sacrificio di tanti giovani. L’Assessorato ha deciso di tenere aperti, gratis, per gli alpini e i familiari, il Museo Archeologico regionale, l’Area Megalitica, il Criptoportico forense e la Chiesa paleocristiana”.
Le “riscoperte” della Guerra
Da grande divulgatore quale è, Carlo Gobbo chiude la conferenza con una curiosità: “Alessandro Liviero – autore del volume “caduti valdostani nella Grande Guerra… dimenticati in Patria, uno dei libri che verranno presentati sabato prossimo nel giro di conferenze – ha scoperto che nella parte ‘vecchia’ del Cimitero di Aosta c’è un sepolcro, dimenticato, con le insegne della Prima Guerra Mondiale. Lì sotto, è una ‘riscoperta’, giacciono dimenticate le salme di 127 soldati morti in ospedale, portate lì nel 1932 con una grande cerimonia. Noi li ricorderemo, e poseremo una corona di alloro, con l’impegno di continuare a ricordarli”.