Sono comparsi quest’oggi, lunedì 17 dicembre, dinanzi al giudice monocratico Marco Tornatore i due giovani biellesi arrestati dai Carabinieri lo scorso giugno, perché ritenuti – a seguito delle indagini – gli autori di vari furti commessi in Valtournenche nell’ottobre 2017. Al termine dell’udienza, svoltasi con rito abbreviato, Costanzo Bottone (28 anni) è stato condannato a 3 anni e 8 mesi di carcere, oltre a 1.000 euro di multa, mentre all’altro imputato, Matteo Ferrigno (30), sono stati inflitti 3 anni e 800 euro di sanzione.
Il bottino dei quattro furti ricondotti ai due dagli uomini dell’Arma, anche visionando immagini di impianti di videosorveglianza (che avevano condotto a riconoscere uno degli uomini durante un controllo in un cantiere), era costituito da attrezzi da lavoro (motoseghe e tassellatrici), due bottiglie di champagne e una bici in carbonio, spariti da abitazioni, da una ferramenta e da un supermarket della vallata. A volte, nella ricostruzione dei militari, Ferrigno e Bottone sarebbero entrati in azione a volto coperto, o incappucciati. In altri casi, dentro i negozi, avrebbero messo a segno i loro “colpi” dividendosi i compiti: uno distraeva la commessa, l’altro sottraeva.
All’inizio dell’udienza, i due imputati hanno chiesto di poter rendere spontanee dichiarazioni al giudice. Poche parole, pronunciate a bassa voce, con cui hanno sostanzialmente ammesso i fatti. La “piena confessione resa” in aula è stata sottolineata dal pm Sara Pezzetto nella sua requisitoria, chiusasi chiedendo 4 anni di carcere per Bottone e 2 anni e 6 mesi per Ferrigno. I proprietari dei beni rubati si erano costituiti parte civile nel processo, tutti rappresentati dall’avvocato Ascanio Donadio.
Per loro, il giudice ha stabilito una provvisionale, a titolo di risarcimento danni, dell’ammontare di 6.400 euro. Non sarà però l’unica somma che i due imputati dovranno sborsare: a loro carico la sentenza pone anche oltre 6.100 euro di spese legali, assieme ad altre voci accessorie. Bottone, in accoglimento della sua richiesta del suo legale, è stato autorizzato a lasciare ogni giorno l’abitazione dove è ai domiciliari, per recarsi a lavorare in una cooperativa di Biella. Ferrigno, ha spiegato il suo difensore nell’arringa, è invece in cerca di impiego.