Autostrada: per Rav 1,8 milioni di euro di perdite nel 2018. Transiti in calo del 3,4%

Nel 2018 la società ha visto inoltre una contrazione dei transiti, pari al  -3,4% (+4,5% nel 2017), risultante dalla diminuzione del 4,7% dei transiti leggeri (+3,0% nel 2017) e di +0,1% di quelli pesanti (+8,8% nel 2017). I ricavi da pedaggio sono pari a 28,62 milioni di euro (+45,2%).
autostrada Monte Bianco
Economia

Si chiude con una perdita di 1,8 milioni di euro il bilancio 2018 di Rav. Il documento contabile è stato approvato a fine marzo dall’assemblea dei soci.  Nel 2017 la società che gestisce l’Autostrada Aosta-Monte Bianco, partecipata dalla Regione al 42% (il 58% da Sitmb – Società Italiana per il Traforo del Monte Bianco SpA), aveva conseguito un utile di oltre 52 milioni di euro.

Nel 2018 la società ha visto inoltre una contrazione dei transiti, pari al  -3,4% (+4,5% nel 2017), risultante dalla diminuzione del 4,7% dei transiti leggeri (+3,0% nel 2017) e di +0,1% di quelli pesanti (+8,8% nel 2017). I ricavi da pedaggio sono pari a 28,62 milioni di euro (+45,2%).

Rav da anni è impegnato in un contenzioso con il Ministero legato al mancato aggiornamento quinquennale del Piano Economico Finanziario della Società (P.E.F.) e al parziale riconoscimento degli adeguamenti tariffari spettanti in base alla Convenzione.  Nel 2018 il Ministero ha accordato a Rav un incremento tariffario del 52,69% (contro il richiesto 81,12%).  Decisione che è stata impugnata davanti al Tar di Aosta e di cui si è ancora in attesa di sentenza. L’anno seguente il Ministero ha deciso per un nuovo aumento del 6,32%, in linea con quanto richiesto.

“La Società resta in ogni caso impegnata a proseguire con determinazione  – si legge nella relazione al bilancio – nel confronto con il Concedente per ottenere l’approvazione della proposta di aggiornamento del PEF inoltrata in data 9 maggio 2018 finalizzata al riequilibrio concessorio, che mantiene fermi gli elementi della proposta di Piano inviata in data 6 dicembre 2017 salvo l’aggiornamento dei valori con i dati consuntivi 2017 ed il recepimento dell’incremento tariffario riconosciuto per il 2018 pari al 52,69%.
Il risultato negativo conseguito nell’anno, è dovuto alla persistente mancanza del riequilibrio concessorio dalla Convenzione stessa, che rende indifferibile l’aggiornamento della Convenzione Unica e del relativo Piano Economico Finanziario di riequilibrio”.

Anche per il futuro le prospettive di Rav non sono rosee. “L’attuale situazione concessoria della RAV non consente di prevedere nel breve periodo un miglioramento dei risultati operativi. –  si legge ancora nel bilancio – Infatti gli effetti del riconoscimento tariffario del 6,32% concesso dal 1° gennaio 2019, uniti ai flussi di traffico attesi nel 2019 sostanzialmente in linea con il 2018 e il costante impegno rivolto a un’attenta gestione dei costi, verranno sostanzialmente annullati dagli ammortamenti sui beni reversibili, tenendo anche presente l’effetto che su di essi ha avuto la rivalutazione effettuata sui beni stessi nel 2017″.

L’auspicio di Rav è che si possa, quindi, arrivare quanto prima ad aggiornare l’atto convenzionale.

0 risposte

  1. sto pensando seriamente di non venire più in Valtournenche solo perché l’autostrada è molto cara e andando in Trentino spendo meno.

  2. La RAV è un carrozzone in mano ai politici che l’hanno sempre usata come bancomat e per piazzare le loro seconde e terze linee. La quantità di soldi spesi in emolumenti vari e consulenze è vergognosa.

  3. E ci credo che sono calati i transiti. Io sono uno degli ex fruitori . E badate bene salgo a Courmayeur da 50 anni ma dopo gli aumenti inverosimili degli ultimi anni ho ripreso la sana ed antica abitudine di percorrere la SS26. Anzi invece che ad Aosta esco a Verres e da Genova risparmio il 50%.

    1. Forse se abbassate un po’ il costo del pedaggio, che è molto caro, io ho smesso di venire in Val D’Aosta x il semplice fatto che è troppo caro il pedaggio autostradale.

  4. I numeri presentati sono contraddittori, nonostante il lieve calo di passaggi si è avuto un incremento del 45% dei pedaggi corrisposti.

    A questo punto la perdita registrata non può essere dovuta al mancato ulteriore aumento dei pedaggi ma dal considerevole aumento dei costi sostenuti. Andrebbe pertanto capito se questo notevole aumento dei costi è strutturale o legato a specifiche attività e quali sono le attività fatte per ridurre i costi di gestione. In caso contrario ogni mancata ottimizzazione andrebbe a gravare sulle tasche dei cittadini.

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