Pensava che quella persona, da cui era stato avvicinato nel suo Paese di origine, avrebbe seguito delle procedure legittime per fargli ottenere dei documenti romeni. In particolare, una patente che – a differenza della sua, rilasciata da uno Stato non comunitario – sarebbe stata riconosciuta in Francia, dov’è residente. Si è accorto che non era andata così nello scorso week-end, quando i poliziotti di servizio al Traforo del Monte Bianco lo hanno arrestato per aver esibito documentazione falsa ai controlli.
E’ la storia che, nella mattinata di oggi, lunedì 12 agosto, un 39enne moldavo ha raccontato al giudice monocratico del Tribunale Davide Paladino, dinanzi al quale è stato condotto per essere giudicato per “direttissima”, dopo essere finito in manette nel primo pomeriggio di sabato scorso. Dopo la convalida del fermo l’uomo, difeso dall’avvocato Stefano Moniotto, ha scelto di patteggiare un anno di reclusione. L’accusa era rappresentata dal pm Francesco Pizzato.
L’uomo viaggiava su un bus di linea diretto verso Parigi (risiede a Clichy, nella “banlieue” nord della capitale) ed è stato controllato al momento di varcare la frontiera. La patente e la carta d’identità mostrate agli agenti semplicemente non esistevano nei database delle forze dell’ordine e si sono quindi rivelate contraffatte. E’ scattato quindi l’arresto, cui è seguito il processo celebrato stamane. E chissà che, in un’eventuale prossima occasione, dei moduli e la coda ad uno sportello non sembrino la via più naturale per richiedere un documento.