Pensieri di settembre 2019
Adesso devo proprio andare, il Tor des Glaciers mi aspetta.
Ammetto di sentirmi un po’ inquieto perché tutti, a cominciare dalla mia coscienza, hanno cercato di convincermi che si tratta di un’avventura impossibile.
Ho il sospetto (ma non ancora la certezza) che sia al di sopra delle mie limitate possibilità.
Però qualcuno ha detto: “sogna in grande e osa fallire”.
Dunque si parte.
Che la Montagna mi sia amica perché da amico (e non da avversario) mi avvicino.
Che gli animaletti che mi guardavano con curiosità durante le ricognizioni mi accolgano come un ospite – invitato a casa loro – e mi sostengano con la loro presenza.
Che gli spiriti del cielo terso, delle rocce incombenti, delle pietraie e dei ghiacciai mi sorveglino con simpatia perché sto andando a cercarli con sacrificio.
Che il vento, la pioggia e il gelo della notte non si mettano a litigare proprio mentre passo di là, io, piccolo uomo cocciuto e fragile.
Che le albe, i tramonti, il sole e la luna, con il loro immutabile alternarsi, mi ricordino che questa è VITA, queste sono le emozioni che rimarranno per sempre dentro di me. Solo mie e di coloro che mi avranno accompagnato, anche solo con il pensiero, condividendo le mie passioni.
In ogni caso, ogni volta che vedrò da lontano la luce di un rifugio, saprò che appena varcata la soglia troverò, come sempre, gli amici delle terre alte che mi rincuoreranno e mi daranno nuova forza.
E questa per me è l’emozione più bella, che ho provato tante volte e che, da sola, giustifica la “pazzia” in cui mi sono cacciato con un po’ di giovanile incoscienza.
Orlando “Slow Goat” – 4036