“Non vogliamo ripetere gli errori commessi in Val di Susa con il Tav, con decisioni ‘piovute dall’alto’, per questo chiediamo alla popolazione di esprimersi”. Così Mathieu Ferraris, Sindaco di La Thuile, spiega la ragione di fondo del referendum consultivo che il Comune a sua guida affronterà il prossimo 20 ottobre.
Sul tavolo tre quesiti referendari tra i quali spicca la potenziale costruzione di un tunnel – una galleria solamente ad uso turistico, quindi vietato ai TIR – tra l’Italia e la Francia, un collegamento permanente tra la Valle d’Aosta e la Savoia, e precisamente tra La Thuile e i Comuni di Séez e Bourg-Saint-Maurice, che si estenderà per 11,8 km. Poco più del Traforo del Monte Bianco.
Da qui il legame concettuale con il “pasticciaccio Tav”, come spiega ancora Ferraris: “La proposta di referendum nasce dal gruppo di maggioranza che voleva ascoltare la volontà popolare su alcuni temi molto importanti e che avrebbero un impatto sul territorio davvero molto significativo. E abbiamo ritenuto necessario che queste decisioni venissero condivise con tutta la popolazione e non solo tra gli 11 consiglieri”.
Venerdì scorso, 20 settembre, l’Amministrazione assieme al Comitato per il collegamento hanno incontrato la comunità per raccoglierne gli “umori”: “Uno dei dubbi della popolazione – rposegue il Primo cittadino di La Thuile – è quello sulla durata dei lavori, ma anche che cosa fare del materiale da trivellazione, dato che si parla di circa 800mila m³”.
Un percorso lungo
Anche nel caso di un esito positivo del referendum l’incognita è nel “fattore tempo”, prima ancora che per l’intervento per impostare il progetto: “Se la popolazione si esprimerà in senso positivo – prosegue Ferraris – l’Amministrazione andrà avanti nell’iter, anche se per ottenere il finanziamento con fondi Europei serve il tramite delle Regione che deve incontrarsi con la Savoia per avere uno studio di fattibilità aggiornato rispetto a quello del 2007, poi devono anche incontrarsi anche i due Stati”.
Il “nodo” dell’apporto turistico
Considerato che un tunnel dedicato ai visitatori – quindi non alle merci – agevolerebbe inevitabilmente il flusso turistico, Ferraris non è convinto che la questione sia così automatica: “Dalla parte francese c’è la necessità di avere una ‘via di fuga’ per la sicurezza della vallata che a monte ha una diga importante e uno stabilimento per il trattamento dei metalli. Dal punto di vista turistico – dal momento che il versante francese “cuba” a 15 milioni di turisti contro le 487mila presenze di quello italiano, ndr. – non molto d’accordo con il Comitato promotore. Non vedo la facilità di trasferirli da questo lato, esattamente come non accade con il Monte Bianco che non porta granché da Chamonix, Il loro grande vantaggio è quello della sicurezza e del miglioramento dei tempi di percorrenza, positivi anche per noi che però abbiamo preoccupazioni ambientali e sull’impatto del cantiere, anche sugli anni di lavoro”.
Gli altri due quesiti
Oltre al tunnel il referendum del 20 ottobre conterrà altri due quesiti da sottoporre alla popolazione, riguardanti la realizzazione di una variante sulla Strada statale e l’allestimento di un campo da golf nella piana di Arly.
Temi che vedranno altri due incontri con la popolazione, dato che non sono questioni “minori” rispetto al tunnel, come spiega ancora il Sindaco Ferraris: “Uno degli aspetti di cui si è discusso è quello del possibile aumento del traffico e dell’accessibilità a La Thuile. La variante della Statale è fondamentale e propedeutica per il discorso del tunnel, che permetterebbe di alleggerire il passaggio nel paese”.