Nel 2018 si interrompe, quasi in modo inaspettato, la costante decrescita della popolazione straniera in Valle d’Aosta che registra un aumento del 2,2 per cento passando da 8.117 residenti a 8.294.
La Valle d’Aosta, a dispetto delle rappresentazioni falsate di chi, per motivi di consenso politico, dipinge una regione invasa o in balia delle persone straniere, ha un’incidenza regionale molto al di sotto di quella delle altre regioni: solo il 6,6% della popolazione totale è straniero (contro l’8,7 per cento su base nazionale e l’11 per cento del Nord Ovest). Su 100 cittadini valdostani, neanche 7 sono stranieri ovvero provengono da un paese che non è l’Italia.
I dati sono contenuti nel Dossier Statistico Immigrazione 2019 che tutti gli anni viene redatto dal Centro Studi e Ricerche Idos, con il contributo di Willian Bonapace e che è stato presentato nei giorni scorsi anche ad Aosta. L’aumento che si registra nel 2018 è dovuto per lo più alla crescita della popolazione di origine asiatica e di quella proveniente dai paesi dell’Unione Europea.
La comunità rumena, nonostante il calo dell’1,5%, è ancora la più numerosa con 2.475 persone residenti in Valle, il 29,8% degli stranieri totali. Seguono il Marocco (1.550 residenti), l’Albania (735), la Cina (314) e la Tunisia (265). Tanti gli stranieri che provengono dal continente Europeo (4628) di cui proprio 3246 (il 39,1%) sono cittadini dell’UE.
Le donne sono ancora più numerose degli uomini (il 55,6%) e provengono per lo più da Russia, Ucraina, Romania, Filippine e America latina. Fanno più figli delle donne italiane residenti in Valle: il tasso di natalità delle donne straniere è più del doppio: 15,1 contro i 7,2 del 2018.
Più problematica la questione lavoro: il tasso di occupazione degli stranieri è molto più basso dei residenti: il 59,9% contro il 68,5%, segno che il mercato del lavoro fa ancora fatica ad assorbire i lavoratori stranieri. La difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro è confermata dall’alto tasso di disoccupazione: il 17,1% contro il 6,2% dei cosiddetti autoctoni. Gli occupati provenienti da paesi terzi infine sono occupati con più frequenza in mansioni a bassa qualifica., di minor prestigio e retribuzione.