La notizia girava da qualche tempo, aveva già creato qualche mugugno a Saint-Christophe e fatto rizzare diverse antenne, tra cui quelle di Confcommercio VdA che lunedì, mentre illustrava il suo ultimo rapporto di ricerca legato alla politica, si diceva preoccupata.
Il progetto c’è: per il fu Hotel Alp – abbandonato a se stesso da tempo – in Località Aeroporto, si va verso la demolizione. Al suo posto un “complesso commerciale/direzionale/bar–ristorante/distributore carburante”, come si legge nell’avviso di deposito del Pud, il Piano urbanistico di dettaglio di iniziativa privata del Comune di Saint-Christophe.
E, per la precisione un Centro commerciale dedicato alle eccellenze enogastronomiche locali e nazionali.
Il progetto
Il progetto prevede la conversione dell’area dell’ex albergo (compresa la zona verde di fronte sulla quale insisteva il campo pratica per il golf) in un complesso con tre nuovi edifici, i fabbricati A, B e C – rispettivamente da 2mila, 1500 e 200 mq, con pannelli fotovoltaici sul tetto e facciate in lamelle in legno– più un altro, il “D”, più esterno, legato al distributore. Di fronte una spianata di parcheggi, 250 (per un’area di oltre 4300 metri quadri), con le vie d’accesso puntellate di zone verdi e alberelli (4800 mq) e un’autorimessa interrata.
Nella struttura più grande, il fabbricato A, si legge nell’allegato A1 proposto dalla società Route 26 (nome che torna a distanza di quasi quattro anni, quando si parlava della riqualificazione de L’Amérique), “sarà allocato idoneo spazio espositivo destinato, in via esclusiva, alla vendita di prodotti tipici locali oltre all’80% di prodotti italiani”.
Idem per quanto riguarda il corpo “C” sul quale Route 26 esemplifica la merceologia dei prodotti in vendita sia italiani – e cita parmigiano reggiano e grana padano, Prosciutto crudo di Parma e San Daniele, Gorgonzola Dop, Pelati salsati, pomodorini ciliegino e soleggiati, pasta secca trafilata bronzo, capperi di Pantelleria, olive taggiasche, speck Trenitno Alto Adige, bresaola della Valtellina, selezione di pecorini (Romano Dop, Sardo Dop), pistacchi e nocciole di Bronte, vini di primarie cantine ialiane (esclusivamente Doc e/o Docg) – sia locali, “ove possibile a km 0”, elencando Fontina Dop e Fontina d’alpeggio Dop, prodotti a base di Fontina prodotti in Valle d’Aosta, selezione di formaggi valdostani (Bleu d’Aoste, Tomme de Gressoney, Tomme de laiterie selon les différents procès d’affinage), prosciutto crudo Saint-Marcel e Jambon de Bosses Dop, Lardo di Arnad, Farina di mais di Morgex, Patate Safier – Walser Kartoffeln, sauseusse et boudin, brossa fresca, castagne al miele, prodotti di pasticceria valdostana (tegole, baci di Nus, Mecoulin di Cogne), mele e pere della Valle d’Aosta (Renette, Red delicious, Red starking, jonagold e Martin sec), Pane di segale (Pan ner), vini di primarie cantine valdostane (esclusivamente Doc e/o Docg), liquori, amari e grappe di primarie distillerie valdostane.
L’interesse della Cofruits
Lo scorso 3 gennaio la Cofruits, la società cooperativa di Saint-Pierre, si fa avanti, e con una “lettera di intenti” firmata dal Presidente Renzo Bionaz scrive alla società Route 26 mostrando “un interessamento alla concessione in uso convenzionale di uno spazio a uso commerciale” all’interno del fabbricato C.
Cofruits – che specifica nella stessa lettera che la comunicazione “non ha carattere vincolante” né di obbligo o vincolo pre-contrattuale di sorta – sonda il terreno, e spiega che il suo interesse è vincolato ad un locale “finito nelle sue parti strutturali e di arredo”, “al piano terreno”, e di una dimensione dell’area commerciale non “inferiore a 300 metri quadrati” con la disponibilità di “vetrine adiacenti al parcheggio”.
Il progetto a disposizione
Il progetto ha già superato diversi “scogli”, dalla Valutazione ambientale strategica – nella determina del dirigente comunale Bagnod si spiega infatti come “alla luce delle integrazioni progettuali prodotte, nel complesso, non sono stati evidenziati effetti negativi significativi sull’ambiente tali da richiedere un processo di VAS” –, così come i rilievi Arpa, geologici, di valutazione acustica, previsionale di clima e di “rischio archeologico”, ha ora l’incognita sui tempi.
Da qui a marzo, infatti, sono previsti una serie di ulteriori approfondimenti e la possibilità di visionare il progetto online e di scaricare gli allegati dal sito del Comune – si legge nell’Avviso di deposito – cosicché chiunque abbia “facoltà di produrre osservazioni nel pubblico interesse per quarantacinque giorni a partire dal termine anzidetto (il 15 gennaio, ndr.) fino al 29.02.2020”.