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La Consulenza pedagogica, in presenza e on line: Licia Coppo ci spiega come funziona

Abbiamo intervistato Licia Coppo, pedagogista, formatrice e counsellor, per capire meglio come funziona il suo lavoro e quando un genitore può rivolgersi a lei per una consulenza.
Licia Coppo
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Licia, come funziona la Consulenza Pedagogica?

Nel mio studio ricevo i genitori che hanno bisogno di un consiglio, di un aiuto, perché stanno attraversano una fase difficile nella gestione del figlio, o di più figli; educare oggi è davvero più complesso di un tempo, i genitori ricevono messaggi disorientanti. Il mio obiettivo è farli sentire accolti, come fossimo sul divano di casa e non sul banco degli imputati, come troppo spesso accade. Loro mi parlano della problematica, ed io porto il mio punto di vista, con idee, suggerimenti e soluzioni concreti da mettere in pratica.

Quali sono le difficoltà dei genitori oggi? La tua consulenza serve più a chi ha figli piccoli o grandi?

Il lavoro è trasversale, adatto a famiglie con figli di tutte le fasce d’età. A volte chi ha figli piccoli mi contatta per capire come gestire la gelosia verso il fratellino, o perché ha un ‘piccolo terremoto’ di 3 anni, già refrattario all’autorità; quando sono tra i 6 e i 12 anni spesso la fatica è il far rispettare alcune regole e routine (soprattutto per gestire la tecnologia in famiglia), fino alla difficoltà nel promuovere alcune autonomie (in particolare l’annoso tema studio e compiti). Dai 12 anni in poi, emergono i problemi tipici di preadolescenza e adolescenza. Oggi, con l’avvento degli smartphone, molte cose sono cambiate, è più complicata la relazione con un figlio over 12. Tra mille device, consolle, videogiochi, nuovi Social Network, i genitori faticano a districarsi; è un terreno in continua evoluzione, star dietro a tutte le novità del ‘mondo web’ è faticoso. Chiedere aiuto se si è in difficoltà non vuol dire che non si è dei buoni genitori, significa solo essere dei genitori consapevoli.

La consulenza pedagogica può essere utile anche in caso di separazione?

Sì, decisamente! Mi cercano sempre di più genitori in questa fase; direi che è una scelta lungimirante. La separazione innesca conflitti, accesi o silenti, molto pesanti nella “coppia che si scoppia”, e i figli rischiano di rimanerne triturati in mezzo. Il mio lavoro è diverso da quello del mediatore familiare, che aiuta la coppia a separarsi ‘nel miglior modo possibile’. I genitori vengono da me quando hanno già deciso di separarsi, ma vorrebbero essere aiutati da lì in poi: in primis per capire come dirlo ai figli senza troppo trauma, poi come gestire l’organizzazione della seconda nuova casa, come strutturare regole non troppo divergenti nelle due abitazioni, infine come curare il rapporto con la scuola alla luce di questo evento. I figli sono perfettamente in grado di superare una separazione, se i genitori sono attenti ad alcuni passaggi fondamentali.

Sono necessari molti colloqui di Consulenza Educativa?

Non c’è una regola standard. A volte bastano due o tre colloqui, in altre occasioni ce ne vogliono cinque, o poco di più. Dipende, ovviamente, dalla problematica e dall’età dei figli. Con figli adolescenti, qualche colloquio in più va messo in conto. Il vecchio proverbio “figli piccoli, problemi piccoli, figli grandi, problemi grandi” ha un fondo di verità.  Spesso mi accade di essere ricontattata magari dopo un anno o due, perché emerge un’altra fase difficoltosa con i figli; una volta una mamma mi disse scherzando che ero il suo “pronto intervento educativo”.

Nella tua consulenza familiare segui anche direttamente i ragazzi adolescenti?

Sì, capita che ci siano problematiche per cui i figli hanno bisogno di un loro specifico percorso di counselling. In quel caso svolgo alcuni colloqui con i ragazzi, ed in parallelo continuo a seguire i genitori. L’obiettivo è aiutare a ricucire un dialogo interrotto in famiglia, o sostenere le autonomie, o aiutare nella gestione del cellulare, o facilitare i ragazzi per la scelta della scuola o nello sport.

Tu offri anche il servizio di consulenza on line?

Sì, ho iniziato a farlo nel lockdown, facendo di necessità virtù, ma l’ho poi mantenuto per due ragioni: in primis per quei genitori che vivono lontano, per i quali venire in studio sarebbe complesso e oneroso, poi per quei genitori che, seppur residenti in Valle d’Aosta, non sanno proprio a chi lasciare i figli per prendersi uno spazio per il colloquio con me. Farlo davanti al pc, mentre i figli giocano nella loro cameretta, è un’opportunità non da poco. Inoltre, ho visto che il setting funziona efficacemente anche dentro ad uno schermo, quindi perché no?

Per avere un colloquio di Consulenza Educativa, come possono contattarti i genitori?

Non ricevo in giorni e orari fissi; la mia è una professione multitasking, mi occupo anche di formazione con i docenti e conduco laboratori nelle scuole. Quando vengo contattata, cerco di favorire i genitori in un orario che funzioni anche per loro, facendo acrobazie nella mia agenda.  Sono madre di due adolescenti, so bene cosa vuole dire gestire gli “incastri quotidiani”.
Per prenotare un colloquio con me, in presenza o on line, basta telefonarmi al 3200839166 o, meglio, inviarmi un messaggio WhatsApp o una mail a licia.coppo@gmail.com.

In questa sezione del mio sito https://liciacoppo.it/famiglie/ potete trovare tutte le info organizzative e i costi della consulenza pedagogica, qui invece potete avere maggiori info sui percorsi di counselling https://liciacoppo.it/counselling/

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