Coronavirus, urgente un cambio di rotta nella sanità territoriale

Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni del dottor Paolo Pierini del comitato ValléeSanté
I lettori di AostaSera
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La Valle d’Aosta è la Regione italiana con il più alto tasso di mortalità per covid 19 e l’Italia purtroppo ha il primato negativo in Europa.

È perché siamo più vecchi? più deboli? più malati? O forse il problema risiede anche in una organizzazione sanitaria meno efficiente?

Com’è il nostro attuale sistema sanitario? C’è la necessità di rivederlo? Ci sono modelli sanitari più attuali ed efficienti?

Tutte domande legittime che richiedono risposte puntuali non solo a livello teorico, ma soprattutto a livello pratico.

Da molti anni si cerca di sensibilizzare la politica ad un cambiamento culturale in ambito sanitario. Da molti anni si avverte la necessità di una riorganizzazione sanitaria ed alcune Regioni più attive della nostra si sono attrezzate in breve tempo sia a livello Ospedaliero che territoriale: Ospedali nuovi realizzati con criteri di efficienza, flessibilità, modularità, economicità. Unità complesse di cure primarie sul territorio. Ospedali di comunità a bassa intensità di cure. Assistenza domiciliare, territoriale e teleconsulto.

Nella nostra Regione poco si è mosso, se non ultimamente con un bel progetto a Perloz per la continuità delle cure.

Ora la pandemia ci ha messo severamente di fronte alle carenze già note ed alla responsabilità di un urgente cambiamento di rotta, in primis a livello territoriale. Non basta più tamponare, occorre pensare ed attuare soluzioni più strutturate.

Occorre una visione moderna per il futuro della nostra sanità, una programmazione seria ed efficace con al centro il paziente e tutta l’organizzazione sanitaria deve essere pensata attorno a lui.

A livello nazionale tra le sei linee guida del Recovery Plan individuate dal Governo per la ripartenza, quella sulla Sanità per quanto riguarda il Territorio individua “la creazione di molte più Case della Salute e Ospedali di Comunità. Tra le urgenze una riforma delle RSA”.
In Valle non ci sono né case della salute né ospedali di comunità!

L’inefficienza organizzativa sul territorio, dovuta anche ad una resistenza al cambiamento da parte dei principali attori, comporta una inadeguatezza delle cure primarie ed un conseguente incremento delle prestazioni e ricoveri inappropriati in Ospedale e liste di attesa troppo lunghe.

La Sanità territoriale deve riappropriarsi in maniera efficace delle cure primarie e della prevenzione- promozione della salute. Occorre promuovere, come già avviene in altre Regioni, l’associazionismo dei medici in strutture per le cure primarie, gestite dai MMG, per un filtro efficace all’accesso ospedaliero. Occorre riorganizzarsi con gli Ospedali di Comunità, strutture intermedie tra il territorio-domicilio e l’Ospedale, per la continuità delle cure. Occorre potenziare l’assistenza domiciliare con medici ed infermieri di prossimità. Occorre una dotazione di attrezzature adeguata sul territorio con possibilità di confronto mediante telemedicina.

Occorre supportare non solo a livello economico ma anche socio-sanitario tutte quelle persone che sempre di più non hanno i mezzi per affrontare malattie e disabilità.

Tutto questo non è pura teoria. Per quanto riguarda il territorio si può realizzare in tempi relativamente brevi e senza la necessità di costruire opere importanti. Basterebbe che ci fosse la volontà per una riorganizzazione moderna ed efficiente del sistema sanitario.

Speriamo che almeno ora la nostra politica si muova velocemente per riorganizzare le cure primarie e la continuità delle cure sul territorio e per iniziare a pensare seriamente ad un nuovo Ospedale, alla lunga più economico e sicuramente più efficiente dell’ampliamento previsto, in linea con le esigenze della popolazione, per una Sanità più efficiente.

Dr. Paolo Pierini Comitato ValléeSanté

0 risposte

  1. Si sono fatte troppe parole e pochi fatti, è mancata almeno fino adesso la politica, la medicina generale è disponibile alla programmazione , si può verificare anche nelle proposte che sono state fatte nelle varie riunioni .
    Tutti parlano di territorio ma realmente chi lo vive quotidianamente è il Medico di medicina Genere e gli infermieri.
    Il confronto serio e programmatico l’unica chance.
    Noi ci siamo.

    1. Speriamo che questa ultima emergenza sanitaria sia l’ ulteriore spinta per sensibilizzare la politica a dare maggiore fiducia alla Medicina Generale.
      Non serve demagogia ma fatti e concrete soluzioni che devono arrivare con la indispensabile condivisione con i professionisti del settore territoriale , in particolare con i Medici di Medicina Generale. Non serve a mio avviso centralizzare le iniziative solo nel centro cittadino ma anche promuovere la Medicina Generale delle zone più disagiate. Questo per non fare sparire le piccole realtà già penalizzate per le distanze dalle strutture sanitarie principali. Attendiamo con fiducia nuove proposte e nuove opportunità per tutti . Attenzione deve esere posta nel mantenere e rinforzare le strutture sanitarie dedicate alla terza età queste già tanto provate in ambito nazionale da perdite di anziani e da professionisti impegnati nella cura dei ricoverati .

  2. Condivido le sagge considerazioni espresse dal Dr Pierini.
    Si, ci vogliono davvero un cambio di passo e una nuova visione della nostra sanità, che guardino alla riorganizzazione della sanità territoriale e ad un nuovo presidio ospedaliero, con i criteri indicati. La grande tragedia della pandemia ci deve far guardare al futuro con sguardi nuovi usando le opportunità anche economiche che ci saranno. Magari uscendo dalla narrazione che tutto è andato bene, con la rassicurante e autoreferenziale conferma che va tutto nel migliore dei modi possibili nella situazione data.
    Fulvia Grasso
    Medico Oncologo in pensione

    1. Articolo molto centrato e coerente con la realtà dei fatti. Complimenti, sperando che qualcosa cambi in meglio

  3. Una regione come la valle che per chi abita nelle valli , la sanità non esiste…mi taglio un dito che necessita punti: devo andare in pronto soccorso! Sto male, non riesco a muovermi e il mio medico non viene a domicilio: vado in pronto soccorso! Mi sfogo una caviglia: devo andare in pronto soccorso!! 80 km andata e ritorno!!!
    Questa è la sanità per le piccole cose..lascio immaginare per i problemi più grandi.

  4. Ma figuriamoci se politici attaccati per decenni all’unico “discrimen” del superamento della prova di francese sono in grado di dare risposte rapide alle necessità vere dei valdostani. Tra giochini per le nomine dei capoccia Ausl, e sogni di ristrutturazioni costose e inefficienti dell’Ospedale regionale.
    Ma per carità.

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