Vaccinazioni contro il Covid: forse si poteva procedere diversamente

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di un nostro lettore.
I lettori di AostaSera
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Buongiorno,

scrivo per portare la mia testimonianza sulla campagna di vaccinazione valdostana. Premetto che non faccio parte di quella schiera di cittadini che si lamenta sempre del sistema: il Covid è una brutta bestia e non è facile decidere chi vaccinare o meno. Però chez-nous, siccome siamo pochi abitanti, si poteva procedere diversamente.
Ho avuto il Covid con sintomi forti (cortisone e ossigeno precauzionale) a ottobre. Poco tempo fa mi è arrivato l’invito a presentarmi al Palasport per il vaccino Astrazeneca, in qualità di insegnante. Nonostante i dubbi di molti, mi presento per ricevere l’unica dose prevista per chi ha contratto il Covid. Sono stato male: febbre, mal di testa e ossa rotte, come ai tempi della malattia per almeno 24 ore. Nessun dottore mi ha consigliato un sierologico per verificare la quantità di anticorpi, nemmeno durante il colloquio pre iniezione. Ma il punto non è questo, bensì un altro. Ho un nonno gravemente malato che ha 94 anni, un padre con grave patologia respiratoria di 73, zii ultrasettantenni, mamma e suocera over 65 e l’unico a essere stato vaccinato sono io, che forse non ne avevo ancora bisogno perché già naturalmente protetto? Io ho obbedito, e sono stato male, ma avrei volentieri ceduto la mia dose.

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