Un percorso tracciato e una determinazione che lo ha portato lontano, alla corte monegasca, per diventare uno dei componenti dell’Orchestre Philarmonique de Monte-Carlo. Ruggero Mastrolorenzi, 29 anni, inizia la sua storia d’amore con la musica ad Aosta, grazie al metodo Suzuki, che “prevede di iniziare da piccoli la preparazione musicale, nutrendo di stimoli l’ambiente del bambino e sviluppandone contemporaneamente sia la maturazione artistica e tecnica, sia la moralità ed il carattere. Attraverso questo metodo viene coltivato il buon gusto, si sviluppano le buone maniere, si impara ad entrare in relazione con gli altri rispettando le regole, ma viene anche affinata la sensibilità del bambino”.
Ruggero inizia a suonare il violino a 5 anni e, quello che lui considera un hobby, lo accompagna durante tutta l’infanzia. Dopo il liceo intraprende seriamente gli studi perché la musica possa diventare una professione; consegue da privatista il diploma in violino vecchio ordinamento a Torino, per poi perfezionarsi conseguendo un master in violino sotto la guida del maestro Paola Tumeo, e un master in viola con il maestro Righini. Quello che sembrava un hobby prende forma nella vita di Ruggero e assume un’importanza evidente: è la sua strada.
Quella di Ruggero è però anche una scelta radicale di cambiamento, perché dalla Valle D’Aosta si sposta altrove, continuando la sua attività nonostante la crisi causata dal Covid: “Ora vivo in Liguria, vicino al confine con la Francia, e per il momento l’attività artistica è attiva principalmente con l’orchestra, che, nonostante l’emergenza sanitaria, ha mantenuto l’attività con il pubblico per tutta la stagione (da fine settembre a inizio agosto n.d.r.), ma mi piacerebbe tornare a esibirmi in formazione cameristica il prima possibile, in quanto per me questa è l’espressione della musica nella forma più alta e nobile e allo stesso tempo è quella che permette all’individuo musicista di esprimersi più liberamente, per via della formazione più piccola. Negli ultimi mesi con il quartetto siamo stati limitati a qualche esibizione in streaming”.
Tra il 2014 e il 2018 Ruggero collabora come freelance con vari festival associazioni e orchestre italiane e non, coltivando parallelamente anche la musica da camera, in particolare il quartetto d’archi con sede a Torino. Nel frattempo sostiene vari concorsi internazionali per accedere nelle orchestre europee, e, a luglio 2019 vince il posto di viola bandito dall’orchestra di Montecarlo.
A questo punto Ruggero si trasferisce a Vallecrosia, in provincia di Imperia, laddove i nonni avevano acquistato una casa per la villeggiatura alla fine degli anni ’70, curiosa coincidenza che sottolinea comunque il legame del giovane con la Liguria e la sua voglia di suonare in un’orchestra europea cercando di rimanere a vivere in Italia: “Ho fatto concorsi in giro per l’Europa ma il mio sogno era quello di poter suonare con un’orchestra internazionale rimanendo a vivere in Italia e ci sono riuscito. Ora vivo a Vallecrosia e suono a Monaco. Sono contento di non aver lasciato il paese e trovo simpatico il fatto che tra tutti i posti al mondo alla fine sono tornato proprio in questa zona a me cara e che considero un po’ casa mia per via della casa dei miei nonni che si trova proprio qui. L’esperienza con questa orchestra è molto appagante e gratificante, l’ OMPC (Orchestre Philarmonique de Monte-Carlo), si è rivelata un ambiente accogliente e sereno e sono felice di farne parte, ma spero che presto ci sarà la possibilità di esibirsi anche nel nostro paese, e, magari nella nostra piccola e amata Valle d’AAosta. La cultura e l’arte non sono mai abbastanza e spesso in Italia ci siamo talmente abituati da iniziare a darla per scontata”.