“Mio figlio ha 5 anni ed è appassionato di storia. Siamo soliti fare colazione insieme e ogni mattina mi chiede cosa sia accaduto di storico in ciascuna giornata. Di solito cerco su internet qualcosa, ma oggi gli ho potuto dire che finalmente rinasce l’Aosta Calcio”. Il presidente Paolo Laurencet apre con questo aneddoto la conferenza stampa di presentazione dell’Aosta Calcio 1911. “La squadra nasce dal lavoro svolto sul tema dello Stadio”, spiega Laurencet, “abbiamo incontrato tante persone che in un modo o nell’altro erano o sono collegate all’Aosta Calcio e abbiamo capito che c’è un forte sentimento cittadino, e non solo, verso l’Aosta. Di qui la decisione della rinascita e del rilancio, con l’obiettivo di ricreare quel senso di appartenenza e di restituire ai giovani aostani e valdostani spazi per lo sport e punti di riferimento”. Si tratta di un progetto a lungo termine, con un obiettivo per il momento triennale, ma con l’augurio di proseguire nel lungo periodo, per portare avanti obiettivi sportivi, sociali e, come li definisce il presidente, storico-romantici. “Un progetto sociale perché deriva dal vissuto dei membri del direttivo, che comprende, oltre al sottoscritto, Andrea Menegazzi, Luca Linzalone e Simone Venuti. Siamo tutti uomini di sport: ricordo che quando ero adolescente, negli anni ’90, lo sport di squadra era un riferimento per tutti i giovani valdostani e a noi, in particolare, ha consentito di fare scelte che ci hanno aiutato a crescere”.
Il carattere storico-romantico del progetto, invece, si ricollega alla storica tifoseria dell’Aosta Calcio, di cui era presente una rappresentanza alla conferenza stampa. “Consapevoli che noi quattro soci fondatori, se pur volenterosi, da soli possiamo fare anche tanto ma non abbastanza, abbiamo deciso di condividere il progetto con tutti coloro che ne vorranno essere parti, non limitandosi a sostenerlo ma divenendone anche parte integrante” spiega Laurencet. In particolare, l’associazione è strutturata secondo il meccanismo dell’azionariato popolare, che permette a privati, aziende e istituzioni di acquistare una quota della società, partecipando attivamente al destino del club. La volontà di condividere il progetto con la comunità di tifosi e appassionati è dimostrata anche dalla scelta del logo, per cui è stato realizzato un sondaggio che in sole due settimane ha registrato 144 voti. Tra gli 8 proposti, il logo scelto, con l’immagine di un leone su sfondo nero, figura anche sulle maglie gara dello storico colore rossonero, esposte durante la conferenza.
Per quanto riguarda l’area tecnico-sportiva, il direttore sportivo Andrea Menegazzi illustra gli obiettivi di una squadra che, pur partendo dalla terza categoria, vuole andare molto più lontano: “La nostra parola chiave è credibilità: vogliamo rispettare i colori della Valle d’Aosta e una tifoseria orfana ormai da troppo tempo. Partiremo dalla terza categoria con la convinzione che ogni campionato sia degno di rispetto, ma con l’obiettivo di tornare tra i professionisti, dove si è interrotto il viaggio precedente”. Oltre alla prima squadra maschile, che debutterà nel 2021 sotto la guida dei tecnici Rocco Garbini e Roberto Blanc, la società ha intenzione di lanciare nei prossimi anni una prima squadra femminile, una di calcio a cinque e un settore giovanile, quest’ultimo all’interno di un progetto educativo incentrato sul binomio scuola-calcio, che a lungo termine prevede la realizzazione di un doposcuola. Al di là del calcio, gli interessi della società spaziano dalla beneficienza, prevista dal progetto Aosta Legends, alla riqualifica dello stadio Puchoz, al benessere fisico e mentale dei giocatori, fino all’area artistico-culturale, con l’intenzione di allestire una mostra dedicata ai centodieci anni dell’Aosta Calcio alla fine del 2021.
Presente alla conferenza anche il presidente della FIGC Piemonte e Valle d’Aosta Christian Mossino, che augura un grande in bocca al lupo alla nuova squadra: “Sono contento di essere qui questa sera perché credo molto in questa Regione e perché la nascita di una nuova società in questo momento di emergenza sanitaria è un forte segnale di speranza per una ripresa sia sotto il profilo sportivo sia sotto quello sociale”. Mossino specifica che, fino a quando non ci sarà l’approvazione della Federazione Italiana, il nominativo della squadra non può considerarsi definitivo. In ogni caso, il progetto auspicato dalla Federcalcio, qualunque sia il nome della squadra, è quello di “porre attenzione soprattutto ai progetti giovanili, affinché il proposito non sia solo quello di vincere a livello agonistico ma di curare anche l’aspetto sociale, di modo che i giovani possano trovare un posto in cui fare sport serenamente sotto la guida di persone serie e preparate”.