La rassegna “Insoliti” porta il teatro allo stabilimento della Cogne

Ieri sera, la prima dello spettacolo "Heidi Project" della rassegna "Insoliti" ha portato il teatro di Alessandra Celesia nell'area industriale della Cogne Acciai Speciali.
HeidiProject phPaoloRey
Cultura

“Mia nonna materna è arrivata dal Piemonte per lavorare come chimica in questa fabbrica e qui ha incontrato mio nonno. Se oggi vedete Heidi Project quindi è anche grazie alla Cogne”. Esordisce così Alessandra Celesia, autrice degli spettacoli che in queste settimane hanno portato il teatro in luoghi particolarmente suggestivi e lontani dalle vie “principali” del turismo in Valle d’Aosta. La rassegna “Insoliti”, a cura dell’Associazione Altitudini, ha infatti l’obiettivo di portare lo spettatore “in prima fila a teatro con gli scarponi ai piedi”, proponendo tre spettacoli sul tema della montagna in tredici diversi comuni ai piedi dei giganti alpini. Dopo il debutto del 10 luglio a Pila con lo spettacolo “Mucche Ballerine”, un racconto ironico e alternativo degli anni dell’occupazione tedesca e della Resistenza sulle Alpi, la rassegna prosegue alternando gli altri due spettacoli, “Licheni” e “Heidi Project”, fino all’8 agosto.

Ieri sera, per la prima dello spettacolo autobiografico “Heidi Project”, la location scelta è stata l’area industriale della Cogne Acciai Speciali, una delle più “insolite” della rassegna. Come ha spiegato prima dello spettacolo il sindaco di Aosta Gianni Nuti, esistono delle ragioni per questa scelta così strana: “Heidi Project è una storia sul moderno concetto di identità. Oggi infatti, come ci insegnano anche le neuroscienze, sappiamo che la nostra identità non è una sola. In questo senso, la storia di una persona che si trasforma grazie ai contatti e alle esperienze che fa è simile alla storia della nostra città, che ha diverse identità. Tra queste, sicuramente è forte la vocazione industriale. La sfida di domani è far sì che le diverse realtà di Aosta, da quella industriale e agricola, a quella turistica e commerciale, si intreccino in un gioco di interazioni che permetta all’economia di vivere la sua polivalenza. In questo senso, il comune di Aosta ha proposto questa iniziativa in collaborazione con la Cogne Acciai Speciali, nella convinzione che la città e il suo stabilimento industriale più importante debbano dialogare, per rendere questo luogo di produzione sede di eventi diversi”. 

E, sicuramente, la serata di ieri sera ha mostrato che l’area esterna della fabbrica, opportunamente allestita, è in grado di fornire uno sfondo altamente suggestivo per spettacoli del genere. In particolare, la sistemazione del palco, con un vecchio pianoforte in rialzo, accanto ai macchinari e ai fabbricati industriali, ha permesso di cogliere più profondamente quel contrasto tra montagna e città, tra natura e civiltà, centrale nella storia di Heidi… E di Alessandra. Sul palco, infatti, dei film in super 8 e delle sequenze filmate all’iPhone si susseguivano mostrando paesaggi di montagna e di città, accompagnati dalla voce narrante di Alessandra Celesia e dalle note e i gorgheggi di Adélys al pianoforte. Dopo un omaggio alla nonna paterna, “mai uscita dalla Valle d’Aosta e maggiore esperta mondiale dei diversi tipi di neve”, la regista e attrice valdostana ha accompagnato il pubblico in un viaggio nel suo tempo, dalla casa della nonna sperduta tra le montagne, all’insonnia e all’alienazione di Parigi. Come Heidi, anche Alessandra ha lasciato le vette per la città e, così, la storia dell’eroina dei cartoni animati della sua infanzia si mescolava al racconto delle esperienze e degli incontri fatti da una valdostana in viaggio soprattutto dentro se stessa. Heidi Project è un racconto insolito come la location, “mezzo documentario, mezzo poema cantato”, un intreccio tra la storia della protagonista e tante altre storie, quelle delle persone che ha incontrato. Dagli sciamani conosciuti in Polonia, all’anziana svedese che a Parigi era l’unica a sfidare la tormenta di neve, al vicino di casa insonne che ha messo il vetro quadruplo alle finestre per non sentire i rumori della città: tutti hanno una storia da raccontare, un consiglio da dare e un pezzo da aggiungere all’esperienza di una donna alla ricerca di se stessa. 

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