Usando una metafora velistica si può dire che l’estate ha fatto il giro di boa del ferragosto che, per alcuni, segna un po’ la fine delle vacanze ma per altri, come gli appassionati di escursionismo, apre ad ulteriori periodi di attività all’aria aperta e camminate in montagna. Una di queste si sviluppa nei più begli ambienti alpini del Parco Nazionale Gran Paradiso.
Il percorso ha inizio dalla sorgente ferruginosa che dà il nome alla località “L’Eau-Rousse”, l’acqua rossa, ossia le evidentissime colate rosse e arancioni che segnano la parete calcarea sovrastante il villaggio omonimo e quello di Maisonnasse.
Poco sopra gli abitati il sentiero attraversa i pendii terrazzati un tempo luogo di coltivazioni quali: frumento, orzo, segala, patate, importantissime nell’economia autarchica delle popolazioni locali ed oggi per lo più adibiti a prato-pascolo o alla peggio abbandonati. I muri di sostegno di tali coltivi sono mirabili opere costruite a secco con le pietre ricavate sul posto ed ancora stabilmente al loro posto dopo centinaia di anni.
Lungo il sentiero, nelle parti più assolate, non mancano l’assenzio, pianta dalle molteplici proprietà curative, e le piante grasse come il Semprevivo.
Imboccato l’ombroso bosco di abeti e larici, il sentiero si inerpica lungo il pendio ed oltre alle numerose specie di allegri volatili quali: cince, fringuelli ed il crociere, può anche capitare di incrociare qualche camoscio.
Le radure, spesso punteggiate da piccole costruzioni abbandonate, offrono l’occasione per godere dell’appagante vista sul massiccio del Gran Paradiso e su tratti di vallata che ci raccontano di come i ghiacciai hanno modellato i fianchi di queste montagne lasciando testimonianza, ad un osservatore attento, del loro passaggio.
Gli alpeggi di Carré, La Ruja e Cleyettaz, oggi in disuso, raccontano la durezza della vita dei pastori ma anche dell’abilità dei valligiani di sfruttare le risorse che il territorio metteva loro a disposizione.
La meta è rappresentata dall’ampia conca di Orvieille ove sorge la famosa Casa Reale di caccia oggi sede del Parco Nazionale Gran Paradiso che ospita i Guardiaparco e gli addetti alla ricerca scientifica. Fu fatta costruire dal Re, Vittorio Emanuele II, per soddisfare la sua passione per la caccia agli stambecchi e ai camosci e, tra le cinque presenti nel territorio della Riserva reale di caccia, era la preferita. Da qui partiva addirittura una linea del telegrafo fino a Vers Le Bois, nei pressi di Dégioz. Durante la sosta non mancheranno di farsi sentire le numerose marmotte e, scrutando i pendii sovrastanti, sarà possibile ammirare gli stambecchi e con un po’ di fortuna la sagoma del gipeto potrebbe stagliarsi all’orizzonte.
Il percorso in sintesi:
dall’abitato di L’Eau-Rousse (1680 m) si segue l’alta via n. 2 passando alla base delle cascate ferruginose e proseguendo nel bosco. Si raggiunge dapprima l’Alpe Rodzegou (1976 m) e l’Alpe Carré (2037 m). Superato il bivio con il sentiero che scende verso l’Alpe Ruye, si prosegue sino a giungere alla conca di Orvieille (2168 m). Volendo, con poco dislivello in più, si può raggiungere l’alpeggio Djouan (2220 m) ove è possibile visitare la stalla ed assistere alla mungitura.
Il dislivello complessivo è di 488 m più eventuali 52 m per l’alpeggio
Data prevista: 26 agosto. Disponibilità di altre date per gruppi organizzati di almeno 8 persone.
Escursione per l’intera giornata, età minima 10 anni
Dislivello: 488 m
Tempo di percorrenza in salita: 2,30 h circa
(pranzo al sacco)
Info e prenotazioni:
www.percorsialpini.com
info@percorsialpini.com
3442934602