Macellaio aggredito, arrestato l’impresario Lale Demoz

Per la Procura, il 75enne di Quart è il responsabile del tentato omicidio di Olindo Ferré. La misura cautelare è scattata sulla base del grave quadro indiziario emerso dagli accertamenti tecnici eseguiti.
Tribunale - Uscita Camillo Lale Demoz
Cronaca

Gli agenti della Squadra Mobile della Questura hanno arrestato, nella mattinata di oggi, venerdì 11 gennaio, l’impresario 75enne Camillo Lale Demoz. Per la Procura, è il responsabile del tentato omicidio di Olindo Ferré, il macellaio di Charvensod trovato in gravi condizioni lo scorso 1° ottobre in un capannone di Quart, di proprietà del fermato. L’uomo era ad oggi l’unico indagato nel fascicolo aperto sui fatti.

La misura cautelare disposta dal Gip Giuseppe Colazingari, su richiesta del pm Eugenia Menichetti, a quanto si apprende, è stata emessa alla luce del grave quadro indiziario emerso a carico di Lale Demoz dagli accertamenti tecnici eseguiti, consistiti in particolare nell’analisi (effettuata dalla Polizia scientifica) delle campionature di sangue rilevato sul luogo del ritrovamento di Ferré.

Altri esami, disposti dalla Procura attraverso un medico biologo, hanno riguardato le tracce biologiche su reperti sequestrati, tra i quali alcuni indumenti e il bastone di una zappa. Il quadro composto dagli esiti, assieme alle indagini della Mobile, fa sostenere agli inquirenti che l’aggressione a Ferré sia “attribuibile ad un’azione volontaria dell’indagato, potenzialmente idonea a cagionarne la morte”.

Vista la gravità e la violenza della condotta, la Procura ha quindi chiesto la misura cautelare per Lale Demoz, con il Gip ad emettere, ieri, l’ordinanza che sancisce gli arresti domiciliari, eseguita stamane dai poliziotti della Questura. Secondo quanto avevano riferito i familiari, Olindo Ferré, 68 anni, quel giorno era andato a Quart per incontrare alcuni allevatori e trattare l’acquisto di bestiame. Non era tornato a casa per pranzo, come annunciato, e verso sera, in località Seran, era emersa l’aggressione.

Lale Demoz era stato sentito in via Ollietti il 5 ottobre scorso, tre giorni prima di essere indagato. All’uscita da palazzo di giustizia era stato categorico con i cronisti: “Lasci stare va, sono stato fino ad adesso lì, tanto non mi ricordo niente”. A chi lo aveva incalzato (“non ricorda nulla perché avevate bevuto qualche bicchiere?”) si era limitato a rispondere ripetendo: “Qualche bicchiere…”.

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