“Sono andato alla Princeton University solo per avere il privilegio di camminare con Godel sulla via di casa” – A. Einstein.
Kurt Godel fu uno dei più importanti logici e matematici di tutti i tempi. All’inizio del ‘900 all’età di 24 anni elaborò una teoria secondo la quale anche in matematica esistono delle verità indimostrabili: il teorema di incompletezza.
Esistono verità che non si possono dimostrare, ma esistono anche cose dimostrabili che possono essere sia vere che false. Non scenderò nel tecnico. Primo perché non è il mio campo e secondo per non annoiarvi. Però è una teoria pazzesca! Trasportando il pensiero di Godel a ciò che mi compete, ho voluto capire se fosse dimostrabile oppure no l’affermazione che “la pensione per le nuove generazioni non esisterà più”. Come vedremo più avanti questa frase è sia vera che falsa.
Procediamo con ordine. Il sistema pensionistico italiano funziona “a ripartizione” ovvero i lavoratori di oggi pagano, attraverso i propri contributi, le rendite dei pensionati: le pensioni. Perché il sistema a ripartizione non può funzionare?
Come avevo già spiegato in un precedente articolo i motivi sono:
- demografia: ci sono sempre più vecchi e meno giovani;
- alta disoccupazione: meno persone che lavorano si traduce in meno contributi utili a pagare le pensioni di oggi;
- invecchiamento della popolazione: significa che lo Stato dovrà pagare le pensioni per 25, 30 o 40 anni;
A questi tre problemi oggettivi vorrei, a distanza di un anno, aggiungere:
- 20% del Pil destinato alla spesa previdenziale, tra la più alta d’Europa; per la sanità non si arriva al 10% e per l’istruzione siamo al 4%;
- troppi buchi lavorativi nelle nuove generazioni: in passato era difficile rimanere senza lavoro per molto tempo, oggi è quasi la normalità; questa normalità si paga con pensioni più basse del 20% rispetto a chi ha una contribuzione costante;
- Inps: le perdite dell’istituto nel 2020 sono state di 7 miliardi di euro e non mi aspetto un miglioramento in futuro;
Tutto questo non lo dico solo io ma anche la più importante ricerca al mondo sui principali sistemi pensionistici mondiali: il Global Pension Index 2021. L’istituto Mercer stipula ogni anno una classifica dei più complessi sistemi pensionistici statali, analizzando 3 criteri:
- Adeguatezza: le pensioni di oggi permettono un buon stile di vita?
- Sostenbilità: il sistema pensionistico è in grado di reggere in futuro?
- Integrità: il sistema pensionistico, fondi pensione e gli istituti di vigilanza sono trasparenti con i cittadini?
L‘Italia occupa la 32ª posizione su 43. Dietro di noi: Argentina, India, Turchia e Messico per citarne alcuni.
Nel dettaglio, analizzando i vari parametri questo è quello che si evince:
- adeguatezza: 16º posto;
- sostenibilità: 43º posto;
- integrità: 22 posto;
Ora, se le persone di 70 – 80 anni leggendo fin qui si possono sentire sollevate, non saranno dello stesso parere quelli di 30,40 o 50 anni.
Per i primi l’indice più importante è quello dell’adeguatezza ovvero che le pensioni che stanno percependo siano congrue con il costo della vita. Per i secondi invece è quello della sostenibilità. In questo parametro l’Italia è ultima, il sistema pensionistico italiano è il meno solido al mondo.
Tutti i dati sopra citati portano ad una certezza matematica difficile da scalfire: la previdenza pubblica italiana in futuro sarà, a differenza degli altri paesi, quella con più difficoltà ad erogare pensioni in linea con il crescente aumento del costo della vita.
Se siamo tutti d’accordo che il fallimento dell’Inps porterebbe ad una guerra civile, d’altro canto aspettare inermi la pensione è da pazzi. A questo punto possiamo affermare che “la pensione per le nuove generazioni non esisterà più” è una frase sia vera che falsa.
Sarebbe più corretto dire che i giovani non percepiranno più le pensioni pubbliche dei loro genitori o nonni, ma qualcosa di simile che se si saranno costruiti da soli in totale autonomia.
Ogni anno questo report ci sbatte in faccia la realtà con cui prima o poi dovremmo fare i conti. Come se non bastasse consiglia ad ogni paese cosa sarebbe più opportuno fare per rendere il proprio sistema pensionistico, come direbbe l’accademico libanese Nassin Taleb, Antifragile.
L’Istituto Mercer individua varie soluzioni che lo Stato italiano dovrebbe adottare:
- lavorare più a lungo quindi spostare oltre i settant’anni l’età pensionabile;
- incentivare le adesioni alla previdenza complementare;
- ridurre il debito e la spesa pubblica: nessun partito politico lo farà mai perché dovrebbe attuare riforme troppo impopolari;
Sono tutte cose legittime di cui però né io né voi che state leggendo abbiamo il controllo. Potrebbero accadere oppure no!
I miei 2 consigli, semplici e indolori, sono:
- risparmiare di più;
- investire meglio i risparmi per il lungo termine ( oltre 10 anni ) e non per la vacanza del prossimo anno;
Studiate e fate da soli oppure delegate a professionisti ma non lasciate nulla al caso, basta veramente poco per migliorare molto la propria situazione previdenziale. Sì, sono sempre più convinto che la pensione come è intesa oggi non sarà più un diritto che qualcuno ci concederà ma diventerà un dovere individuale di cui dovremmo assumerci il controllo e la responsabilità. L’alternativa è continuare per sempre a pesare sulle generazioni future, ma è davvero questo quello che vogliamo?
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2 risposte
Sul merito ce ne sarebbe molto da dire, a proposito lascio in calce qualche rimando, ma trovo che l’autore, sulla cui professionalità non ho nulla da eccepire, sia troppo coinvolto dal business dell’investimento “alternativo e di complemento” alla pensione per potersi presentare super partes. Lo dico con tutto il rispetto beninteso, ma non si può linkare un sito di consulenza finanziaria dopo che si consiglia di investire per il futuro.
https://sbilanciamoci.info/non-e-la-sostenibilita-il-nervo-scoperto-del-sistema-pensionistico/
p.s. l’inps ha tanti problemi. Ma il principale è che gli si accollano le spese dell’assistenza welfare che dovrebbe invece avere un’istituto a parte finanziato con la tassazione generale e non con i contributi.
Ottimo articolo che merita di essere approfondito. Magari attraverso una rubrica periodica.